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Siria, nuovi raid contro curdi, oggi Consiglio sicurezza Onu

Ankara, colpite 181 siti 'terroristi'. I curdi, vittime civili

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 10 OTT - Proseguono i bombardamenti dell'artiglieria e dell'aviazione turca contro obiettivi curdi nel nord-est della Siria. Lo riferiscono le tv locali, mostrando tra l'altro immagini del fumo che si leva in questi minuti dalla zona di Tal Abyad, di fronte alla località frontaliera turca di Akcakale. Altri raid si segnalano sull'area di Ras al Ayn, l'altro punto d'accesso dell'offensiva di Ankara, distante circa 120 km da Tal Abyad.

"Nella pianificazione ed esecuzione dell'operazione Fonte di pace vengono presi di mira solo rifugi, ripari, postazioni, armi, mezzi ed equipaggiamenti che appartengono a terroristi del Pkk/Pyd-Ypg e di Daesh (Isis)". Lo scrive in una nota il ministero della Difesa di Ankara, respingendo così le denunce delle Forze democratiche siriane a guida curda di aver colpito "civili", uccidendone almeno 8.

"Le forze militari turche hanno colpito finora 181 postazioni appartenenti alle organizzazioni terroristiche nel nordest della Siria come parte dell'Operazione Fonte di pace" scattata oggi contro i curdi. Lo annuncia il ministero della Difesa turco, citato dall'agenzia Anadolu.

Cinque soldati turchi sarebbero stati uccisi nelle ultime ore in scontri con le forze curdo-siriane nel nord-est della Siria.

Lo affermano le forze curdo-siriane citate dalla tv panaraba al Arabiya. Le stesse forze curde affermano di essere in possesso delle salme dei militari turchi uccisi. Le informazioni non possono essere verificate in maniera indipendente sul terreno.

E a meno di 24 ore dall'inizio dell'operazione militare contro le milizie curde nel nord-est della Siria, è scattata in Turchia la repressione interna contro i commenti ostili all'offensiva. La procura della capitale Ankara ha aperto stamani un'inchiesta per "propaganda terroristica" nei confronti dei co-leader del filo-curdo Hdp, terza forza nel Parlamento turco, i deputati Sezai Temelli e Pervin Buldan. Almeno altre 78 persone sono indagate per i loro post sui social media.

(ANSAmed).

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