(ANSAmed) - ROMA, 16 AGO - L'incendio divampato sull'isola
greca di Evia ormai 4 giorni fa ha distrutto circa 2.800 ettari
di foresta protetta in quello che le autorità hanno definito un
"disastro ecologico". Un rogo che le stesse autorità iniziano a
sospettare abbia avuto origine dolosa.
Gli esperti dei vigili del fuoco hanno infatti trovato
oggetti che possono essere stati usati per appiccare le fiamme,
tra cui stracci, resti di taniche e cumuli di rami. Secondo la
tv Skai, inoltre, ci sono indicazioni che il rogo sia partito
simultaneamente in tre punti. La polizia ha ascoltato 25
testimoni e tre residenti della zona sospettati di aver avuto un
ruolo nell'incendio.
Mentre i venti sono calati, i 390 pompieri impegnati a Evia
sono riusciti a confinare il fuoco in una gola vicina al
villaggio di Platania. Ben 101 mezzi sono sull'isola, e i
pompieri sono assistiti da sette unità dell'esercito.
L'incendio è iniziato martedì mattina nella zona di
Agrilitsa, e le fiamme hanno portato all'evacuazione di quattro
villaggi, Stavros, Platania, Kontodespoti e Makrymalli. Atene ha
chiesto assistenza ad Italia e Croazia per contrastare i roghi.
Non ci sono stati feriti. (ANSAmed).
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Grecia, a Evia forse incendio doloso, in fumo 2.800 ettari
Rogo partito in tre punti, trovate taniche,stracci e cumuli rami