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Il mondo islamico si prepara per la Festa del sacrificio

Celebrazione in tono minore al Cairo dopo l'attacco terroristico

Redazione Ansa

(ANSAmed) - IL CAIRO, 8 AGO - Il mondo islamico si prepara a celebrare l''Eid al-Adha', la festa del sacrificio che prenderà il via domenica, 11 agosto, e durerà quattro giorni.

Dall'Egitto alla Tunisia, dall'India al Bangladesh, dalla Turchia alla Bosnia, con la Festa del Sacrificio si conclude il rito islamico del pellegrinaggio alla Mecca, città santa per l'Islam e uno dei principali centri dell'Arabia Saudita. Ma nel Paese dei faraoni, la festa quest'anno sarà celebrata in tono minore dopo l'attentato che ha colpito il cuore del Cairo domenica scorsa quando un'autobomba è esplosa davanti all'Istituto oncologico provocando 22 morti e oltre 40 feriti. Diversi agenti sono già stati mobilitati davanti ai cosiddetti 'obiettivi sensibili' della capitale. Come nella maggior parte dei Paesi musulmani, gli uffici governativi e le banche rimarranno chiusi. Nel sultanato di Oman, in Marocco e in Mauritania, la festa del sacrificio prenderà invece il via lunedì 12 agosto. Con l''Eid al-Adha', i musulmani ricordano la suprema prova di fede di Abramo che sacrificò un montone dopo che Dio gli aveva chiesto di uccidere e offrirgli in sacrificio suo figlio Ismaele, salvato in extremis dall'intervento dell'angelo. Così, in occasione di questa festività, i musulmani sacrificano un montone - o una pecora, una mucca o anche un cammello - che viene ucciso per sgozzamento attraverso un preciso rituale. La carne viene divisa preferibilmente in tre parti uguali, una delle quali va consumata subito tra i familiari, la seconda in seguito e la terza viene destinata ai poveri della comunità che non hanno i mezzi economici per acquistarlo. In Egitto, per esempio, la maggior parte dei musulmani trova difficile adempiere a questo rito a causa dei prezzi elevati delle pecore e della carne in generale e 'la celebrazione' sta diventando limitata ai ricchi. Comunque sia, l''Eid al-Adha' diventa l'occasione per stare in famiglia e per concedersi un lungo ponte considerando il fatto che già venerdì nel mondo islamico non è un giorno lavorativo. (ANSAmed)

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