(ANSAmed) - PALERMO, 18 LUG - Cittadini romeni e tunisini ai
primi posti della classifica fra le comunità straniere presenti
in Sicilia. Il dato, che 'fotografa' la situazione al primo
gennaio 2018, emerge dal "VI Rapporto Migrazioni in Sicilia
2018, Mimesis" elaborato dall'Istituto di Formazione Politica -
Centro Studi Sociali, "Pedro Arrupe" presentato a Palermo.
Il rapporto analizza la presenza di stranieri in Sicilia
sotto
diversi aspetti: dai numeri sulla loro residenza ai permessi di
soggiorno, dall'istruzione al lavoro. Gli stranieri residenti
sono 193.014, pari al 3,8% della popolazione siciliana: si
tratta prevalentemente di cittadini romeni (quasi il 30% degli
stranieri residenti) seguiti da tunisini (10,5%), marocchini
(7,8%) cingalesi (7,0%) e albanesi (4,5%). L'incremento di quasi
quattromila unità rispetto al 2017 conferma un ormai consolidato
rallentamento dei tassi di incremento che avevano caratterizzato
il periodo 2007-2014.
"Nella nostra ricerca abbiamo incrociato ed elaborato i dati
di diversi fonti come ad esempio Istat, Inps, Miur, Ministero
degli Interni - dice Giusi Tumminelli, coordinatrice
dell'Osservatorio Migrazioni dell'Istituto Arrupe - è giusto
specificare che si fa riferimento solo alle presenze regolari
sul territorio siciliani".
Se, dunque, la comunità straniera più numerosa nell'isola è
quella romena (si tratta in questo caso di cittadini comunitari)
spostandoci sul versante dei permessi di soggiorno, sempre al
primo gennaio 2018 quelli attivi sono 112.692, pari solo al 3,0%
del totale nazionale: e in questo settore la comunità più
numerosa in Sicilia è quella tunisina con 17.988 detentori di
titolo di soggiorno, con una netta maggioranza di sesso maschile
(il 67,1%). A seguire la comunità marocchina, 13.827, anch'essa
a maggioranza maschile (57,2%), quindi la comunità srilankese,
11.933 individui con una contenuta maggioranza di maschi
(52,5%). Seguono, in graduatoria, i cittadini provenienti
dall'Albania (7.646), dalla Cina (6.732) e dal Bangladesh
(6.558).
Uno dei motivi dell'alto numero di cittadini rumeni in
Sicilia è legato alla richiesta di "badanti", ovvero di persone
che si occupano di assistenza domiciliare agli anziani. "La
popolazione romena - si legge nel rapporto -rappresenta ormai
quasi un terzo degli stranieri residenti nell'Isola con una
crescita straordinaria negli ultimi 10 anni
(da oltre 17mila e 500 del 2008 a circa 60mila nel 2018). A tale
risultato, peraltro comune al resto d'Italia, ha contribuito la
crescente quota di famiglie che chiedono servizi di cura e di
assistenza domiciliare. La crescita della popolazione vecchia in
Sicilia (gli over 80 sono più che triplicati negli ultimi 10
anni superando nel 2018 le 300mila unità), si scontra infatti
con servizi pubblici inadeguati o comunque insufficienti
rispetto alle esigenze delle famiglie".
"È un dato costante che si riscontra anche nel resto d'Italia
- aggiunge Giusi Tumminelli - la presenza della comunità romena
è più significativa nelle province dove la popolazione è più
anziana. La comunità tunisina è invece più presente nelle
province di Trapani, dove c'è una tradizione legata alle
marinerie ed alla pesca, e nella provincia di Ragusa dove la
manodopera è presente nel comparto agricolo". (ANSAmed).
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Sicilia, romeni e tunisini gli immigrati più numerosi
Lo rileva il VI rapporto sulle migrazioni del centro Arrupe