(ANSAmed) - SARAJEVO, 11 LUG - Alla presenza di migliaia di
persone e delle massime autorità bosniache, assenti tuttavia i
rappresentanti serbi, la terra di Srebrenica ha accolto oggi nel
suo grembo, accanto ai 6.610 sepolcri già esistenti, i resti di
altre 33 vittime innocenti del genocidio di 24 anni fa,
identificati dal luglio scorso ad oggi con il test del Dna.
L'anniversario ripropone la memoria del più grande massacro
di civili compiuto in Europa dopo la Seconda Guerra Mondiale,
con i sopravvissuti alla strage di 8.000 musulmani del luglio
1995 che si ritengono insultati da coloro che negano quanto è
stato accertato dalla giustizia circa la natura del crimine,
commesso da parte dell'esercito e della polizia serbo bosniaci e
qualificato come 'genocidio' dalla giustizia internazionale.
"La negazione rappresenta il modo in cui il genocidio viene
continuato", ha detto oggi al Cimitero memoriale di Potocari,
alle porte di Srebrenica, Carmel Angius, presidente del
Meccanismo residuale internazionale dei tribunali penali (ex
Tpi), ed ha aggiunto che è offensivo per le vittime negare che
il genocidio sia accaduto nonostante numerose prove e sentenze
dei tribunali internazionali.
E prova ne sono le interminabili file di steli bianche a
Potocari, che da oggi saranno 6.643, mentre altre vittime del
genocidio, circa 500, sono state sepolte altrove per volere dei
familiari.
Di altre 140 vittime è stato accertato il Dna, ma i familiari
non vogliono seppellire gli scheletri incompleti nella speranza
che verranno ritrovate altre ossa dei loro cari, sparse nelle
fosse comuni della zona e spesso trasferite con bulldozer per
occultare le prove del crimine. Altri seppelliscono poche ossa
come Fadila Hasanković, che dopo 24 anni farà tumulare le
spoglie del fratello Adil Suljic: di lui sono state ritrovate
solo 5 ossa, una scarpa, la giacca della tuta e l'orologio.
Secondo testimoni sopravvissuti, fu ucciso il 12 luglio 1995
alle 6 di mattina, quando si è fermato il suo orologio.
Il Tribunale internazionale dell'Aja (Tpi) ha condannato per
genocidio 15 ufficiali serbo-bosniaci, tra cui il leader
politico e militare, Radovan Karadzic, condannato in via
definitiva all'ergastolo e il generale Ratko Mladic, capo delle
truppe serbo-bosniache, al quale è stato comminato l'ergastolo
in primo grado, ed e' ora in attesa della sentenza di appello in
condizioni di salute molto precarie.
I due però sono considerati eroi da molti serbi e tante
scuole e istituzioni nella Republika Srpska (Rs, entità a
maggioranza serba di Bosnia) portano il nome di Karadzic.
Recentemente, su iniziativa del leader-serbo bosniaco Milorad
Dodik, il governo della Rs ha nominato due commissioni per
accertare la "verità" sulle uccisioni di serbi nell'area di
Srebrenica, dopo aver dichiarato nullo il rapporto di una
precedente commissione della Rs che nel 2004 ammise il massacro
di Srebrenica, compilando una lista di circa 8.000 vittime che
erano state date per disperse, e anche un elenco di militari e
poliziotti serbi coinvolti nell'eccidio. Alla cerimonia
commemoratica odierna a Potocari erano presenti tra gli altri,
oltre a tutte le autorità bosniache musulmane, il rappresentante
Ue in Bosnia-Erzegovina Lars-Gunar Vigemark, il rappresentante
internazionale in Bosnia Valentin Inzko, l'ambasciatore Usa
Erich Nelson, il commissario per i diritti umani del Consiglio
d'Europa Dunja Mijatovic. (ANSAmed).
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Srebrenica: migliaia a commemorazione 8mila vittime massacro
In Cimitero Potocari, 24 anni dopo. 'Non si neghi il genocidio'