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'Abisso', naufragio in musica per riflettere su valore vita

Nuovo album per il progetto "Alone" di Gianni Maroccolo

Redazione Ansa

(ANSAmed) - ROMA, 26 GIU - Il naufragio della F174, avvenuto nel 1996, si trasforma in un'odissea sonora che restituisce a chi ascolta i vari momenti di disperazione vissuti dai migranti, per riflettere sulla perdita di umanità del mondo occidentale e per tornare a essere consapevoli del valore di ogni singola vita umana. C'è tutto questo dietro ad 'Alone vol. 2 - Abisso', nuova tappa del "disco perpetuo" di Gianni Maroccolo 'Alone', un progetto musicale che andrà avanti indefinitamente, con due pubblicazioni ogni anno, il 17 dicembre e il 17 giugno.

L'idea di un disco perpetuo nasce dalla consapevolezza che dopo 40 anni progetti di gruppo, contribuendo a pietre miliari della musica italiana in gruppi come Litfiba, Cccp e Csi e come produttore, "ti ritrovi tra i 50 e 60 anni e capisci che quei progetti non ci sono più", racconta Maroccolo ad ANSAmed. "Alone in questo senso, ma non per isolarsi e chiudersi artisticamente, anche perché è un progetto desideroso d'incontri", sottolinea.

Nel disco collaborano infatti artisti come Angela Baraldi, Marina Rei, Alessandra Celletti, Howie B, Adriano Viterbini, Francesca Bono, Beppe Brotto, Andrea Cavalieri e I Life In The Woods. "L'idea è la sublimazione del flusso compositivo primordiale. Questa è musica in gran parte strumentale, ho optato per un linguaggio più universale e più coerente con un discorso di non fermare mai il flusso e di portarlo avanti finché esiste, senza condizionamenti".

Abisso, pubblicato lo scorso 17 giugno, è il sottotitolo di questo secondo volume. L'album parte dal naufragio della F174, avvenuto la notte di Natale del 1996 al largo di Porto Palo di Capo Passero, in cui morirono almeno 283 persone provenienti da Pakistan, India e Sri Lanka. "Ho letto anni fa la vicenda dell'F174. È una storia sconvolgente, soprattutto per l'evoluzione della vicenda: il business dietro il fenomeno della migrazione, il fatto che i pochi sopravvissuti si ritrovano su un'isola greca, vengono segregati perché non devono raccontare cosa è successo, poi riescono a scappare e vanno dalla polizia, ma non vengono creduti e vengono arrestati", spiega Maroccolo.

Abisso "non vuole essere una denuncia di tipo politico o sociale, ma una riflessione su quanto non si dia importanza al valore di ogni singola vita umana, e ogni motivo va bene per non riflettere su quello che sta alla radice di tutto, il fatto che ci stiamo imbestialendo. La mia domanda è se ci rendiamo veramente conto di quanto diamo poco valore alla vita di un essere umano", spiega Maroccolo. "Il fenomeno migratorio non mi sembra essere apocalittico, ma è destinato a diventarlo per altri motivi. In certi Paesi, tra i problebi climatici e finanziari, non ci sarà più nemmeno modo di potersi almeno sfamare. Queste persone saranno costrette ad andarsene. Non dico che noi occidentali siamo la causa principale, ma abbiamo contribuito, e dobbiamo prepararci a qualcosa di molto più grande di quello che sta accadendo oggi, che viviamo in modo delirante e allarmistico".

"Il fenomeno è solo all'inizio e si sta gestendo in modo allucinante, perché non si va alla base del discorso: quanto vale una vita umana? Partiamo da questa domanda e cerchiamo di fare qualcosa", dice Maroccolo. E questo qualcosa si più fare anche con la creatività. "Ho sempre pensato che chi ha l'opportunità di vivere attraverso la musica e l'arte, ha anche dei doveri. L'unico contributo che posso dare è usare l'arma con la quale poter fare qualcosa: nel mio caso, la musica.

L'obiettivo è "obbligare" chi gode della musica a fare una riflessione. Non si può fare molto di più, ma credo sia già bello parlarne. È il dovere di chi fa arte, è l'unica arma che abbiamo a disposizione". (ANSAmed).

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