Rubriche

Tunisia prima in Africa per tutela diritti infanzia

Secondo classifica KidsRights Index 2019

Redazione Ansa

TUNISI - Secondo l'ultimo rapporto "The KidsRights Index 2019", stilato dall'organizzazione internazionale per i diritti dei bambini, "KidsRights Foundation", la Tunisia è al 15mo posto della speciale classifica che ordina tutti i paesi del mondo per quanto riguarda la tutela dei diritti dell'infanzia. Cinque i criteri di valutazione presi in considerazione: il diritto alla vita, alla salute, all'educazione e alla protezione e all'ambiente favorevole ai diritti dei bambini. Con un punteggio complessivo di 0,879, la Tunisia risulta essere il primo paese africano e della regione Mena di questa classifica, superando paesi sviluppati come Norvegia, Canada, Giappone, Spagna, Italia (74ma). Per i paesi del Maghreb, l'Algeria occupa la 64a posizione, seguita dalla Libia (73ma) e dal Marocco (75ma) su un totale di 181 paesi. Per quanto riguarda gli altri paesi arabi, il Qatar è al 30mo posto, seguito dall'Egitto al 36mo posto, dalla Giordania (56mo), dagli Emirati Arabi (68mo), mentre l'Arabia Saudita è al 156mo posto. Non sorprende che la top 10 della classifica sia occupata da paesi europei. Così, in cima al podio ci sono l'Islanda, il Portogallo e la Svizzera, mentre l'Afghanistan, la Sierra Leone e il Ciad sono in marcia.

"Con la loro 14ma e 15ma posizione mondiale, Thailandia e Tunisia stanno ottenendo risultati relativamente buoni in termini di diritti dei bambini in relazione al loro status economico", si legge nel rapporto, che sottolinea come "questi paesi sono stati particolarmente efficaci nella creazione di un ambiente favorevole ai diritti dei bambini". Secondo questa classifica, non sono necessariamente i paesi più poveri ad essere nelle ultime posizioni per quanto riguarda il rispetto e le possibilità di miglioramento dei diritti del bambino. Ad esempio, il Regno Unito e la Nuova Zelanda sono classificati al 170mo e al 169mo posto, dietro la Siria (119mo) e la Corea del Nord (122mo). Questi risultati possono essere spiegati da fattori come la "discriminazione nei confronti di bambini appartenenti a gruppi di minoranza, quali rifugiati o migranti" presenti in questi paesi, riporta lo studio sottolineando "l'inadeguata priorità assegnata ai diritti dell'infanzia nei paesi sviluppati". (ANSAmed)

Leggi l'articolo completo su ANSA.it