(ANSAmed) - LECCE, 15 MAG - "Chiudere le frontiere e affidare
il controllo dei flussi migratori ai Paesi di origine e di
transito fa crescere il budget delle politiche securitarie". Le
lobby dell'industria della sicurezza aumentano i fatturati, i
migranti sono obbligati a rotte sempre più lunghe e pericolose.
È la conclusione del rapporto Arci dal titolo 'Sicurezza e
Migrazione' che sarà presentato venerdì a Lecce, per il festival
'Sabir' sulle culture mediterranee (16-19 maggio).
I casi di Libia, Niger ed Egitto, messi sotto la lente,
dimostrano che la gestione delle frontiere diventa un business
"che spinge sempre più la politica europea e nazionale verso una
logica repressiva".
Con l'obiettivo di bloccare gli arrivi via mare, facilitando
anche le espulsioni, gli ultimi due governi italiani sono in
linea, spiega il rapporto: le due missioni militari per il
controllo delle frontiere in Niger e Libia, approvate a febbraio
del 2018, sonno state prorogate dal Governo Lega-5Stelle, così
come il rinnovo del Fondo Africa, rifinanziato con 80 milioni
per il 2018/2019.
Il rapporto, redatto nell'ambito del progetto di monitoraggio
dell'esternalizzazione delle politiche europee e italiane sulle
migrazioni è sostenuto da Open Society Foundations.
A preoccupare i ricercatori c'è anche il progetto di
competenza del Ministero dell'Interno per l'istituzione di un
centro internazionale di formazione, il progetto ITEPA, che
prevede la "formazione della Polizia di frontiera di 22 Paesi
africani per contrastare l'immigrazione clandestina e il
traffico di esseri umani", in un Egitto che, secondo gli
studiosi, "sta rafforzando di giorno in giorno il regime
autoritario". (ANSAmed).
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Migranti: Arci,'esternalizzare i controlli aumenta business'
Vantaggi per lobby sicurezza. Preoccupa nuova polizia frontiera