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Marocco, ong denuncia morte due giovani migranti in retata

Aumentate operazioni contro irregolari vicino Ceuta e Melilla

Migranti sub-sahariani su una spiaggia dell'enclave spagnola di Melilla

Redazione Ansa

(di Paola Del Vecchio)

MADRID - Due giovani migranti subsahariani, tra i quali un minorenne, sono morti nelle retate per il trasferimento forzato di migranti al sud del Marocco realizzate dalle forze di sicurezza nelle città settentrionali del Paese vicine alle enclavi spagnole di Ceuta e Melilla. A denunciarlo è stata l'attivista spagnola della ong Caminando Fronteras, Elena Maleno, che ha confermato su Twitter il ritrovamento del cadavere di Maoumoune, di 16 anni, originario della Costa d'Avorio, in un obitorio marocchino. Maoumoune era scomparso da domenica scorsa, quando con un altro migrante subsahariano, di cui non si conosce l'identità, era stato fermato dalle forze di polizia nel mercato di Tangeri, dove lavorava aiutando a portare le borse della spesa. Il secondo giovane, arrestato con lui, è deceduto il 16 agosto, dopo essere rimasto in coma, secondo quanto riferito da fonti della ong citate dal quotidiano spagnolo eldiario.es.

"Confermata la morte di Moumoune. Scomparso mentre lo trasferivano forzatamente al sud del paese, abbiamo trovato il suo corpo in un obitorio marocchino", ha twittato l'attivista per i diritti umani. Un video, diffuso sui social, mostra i due giovani prima di morire: feriti, uno ammanettato e l'altro a terra, entrambi con ferite alla testa.

Secondo la ong, le retate in Marocco, con arresti ed espulsioni di migranti subsahariani dalle città frontaliere con le enclavi spagnole di Ceuta e Melilla, si sono intensificate dallo scorso 7 agosto, "dopo la promessa della Ue di destinare 35 milioni di euro al Marocco per i controlli dei flussi clandestini". Le forze di sicurezza hanno setacciato i monti circostanti le città di Tangeri e Nador e i quartieri abitati da migranti clandestini. "Oltre 1.800 persone sono state trasferite a 800 km di distanza, nella provincia di Tizni, nell'interno, ammanettate in coppia sugli autobus", denunciano le fonti citate da eldiario.es. "Due migranti sono rimasti gravemente feriti nel saltare dal bus nel pomeriggio di domenica". L'ospedale Hassani di Nador ha ricevuto 60 cadaveri di migranti nei primi sette mesi dell'anno, secondo una denuncia dell'Associazione Marocchina i Diritti Umani (AMDH) nella regione. "Il procedimento di riconoscimento dei cadaveri continua senza esito. Otto persone sono state interrate nel cimitero di Sidi Salen, a Nador senza nome e 32 sono ancora nell'obitorio dell'ospedale della regione", segnala la Ong, che rileva come dal 2015 non si registrava un tale spiegamento delle forze ausiliari di sicurezza marocchine, con furgoni anti-sommossa ed elicotteri.

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