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Migranti: Msf, da Libia persone con segni di tortura

'Chiediamo a Europa di garantire vie legali sicure'

Migranti: Aquarius, non riporteremo persone in Libia

Redazione Ansa

ROMA - "Le persone soccorse in mare hanno diversi problemi, dalle ustioni provocate da benzina e acqua salata ai problemi di detenzione in Libia. Molti di loro arrivano letteralmente 'graffettati' sul corpo o con dei chiodi, tutti metodi di tortura. La Libia non è un porto sicuro.
Chiediamo all'Europa di garantire vie legali sicure per non costringere queste persone a intraprendere viaggi così rischiosi". Lo ha detto Claudia Lodesani, presidente di Medici Senza Frontiere in una conferenza stampa a Roma con rappresentanti di Aquarius, la nave tornata in mare per salvare i migranti. "A inizio giugno abbiamo chiesto un incontro al ministro Salvini che non ci è stato accordato. A noi non interessano i giochi politici, noi vogliamo salvare le vite", ha aggiunto. "Eravamo in mare nel 2015 quando c'erano stati 1.500 morti in mare - aggiunge - e torniamo a farlo oggi perché c'è in corso un'emergenza umanitaria", ha aggiunto. Due anni e mezzo dopo essere partita per la sua prima missione di soccorso dal porto di Marsiglia la nave Aquarius, operata in partnership da Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere (MSF), è ripartita da Marsiglia verso la zona SAR, per continuare la sua missione. "Aquarius è tornata in mare, continueremo a salvare vite. Se avremo a bordo persone soccorse, attenderemo dalle autorità competenti l'indicazione su dove sbarcare. Ma non sbarcheremo le persone soccorse in Libia perché in contravvenzione con i diritti di chi viene soccorso in mare", ha annunciato Nicola Stalla, coordinatore delle operazioni di salvataggio a bordo dell'Aquarius. "Se ci dovessero chiedere di ritardare gli interventi di soccorso in mare, laddove non ci siano garanzie di altri soccorritori pronti ad intervenire, Aquarius non si allontanerà", ha aggiunto durante la conferenza stampa durante la quale è stato illustrato la nuova partenza dell'Aquarius. "Permetteremo a tutti di seguire quanto accade sull'Aquarius attraverso la piattaforma, un diario di bordo online. Sarà completamente accessibile al sito www.onboard-aquarius.org e verrà aggiornato in presa diretta. Servirà a documentare l'attività della Aquarius nel Mediterraneo centrale", ha detto ancora Stalla.
Prima ancora di raggiungere la zona Sar, Aquarius ha messo le carte in tavola: nessun migrante soccorso verrà riportato in Libia, l'ordine di non intervenire nei soccorsi verrà rispettato solo se saranno presenti altre navi in zona e non vi sia il rischio che queste riportino le persone in Libia, non sarà rispettato qualsiasi ordine proveniente da un'autorità marittima che imponga alla nave di dirigersi verso Tripoli. "Il nostro obiettivo - dice il presidente di Msf Italia Lodesani - resta sempre lo stesso: salvare vite, portarle in un porto sicuro ed impedire che le persone anneghino". 

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