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Il calvario di Kamal e Loubna, coppia cattolica in Marocco

Documenti negati e porte chiuse: 'non sono musulmani'

Redazione Ansa

RABAT - Cattolici e marocchini, ma senza diritti. Kamal e Loubna, giovane coppia di Tétouan, nel nord del Paese, denunciano il calvario cui sono costretti, perché, sostengono, hanno scelto di non essere musulmani. Impossibile ufficializzare l'atto di matrimonio, secondo la loro testimonianza, perché il certificato di stato civile, necessario per sposarsi in municipio è stato loro rifiutato. Convertiti al cattolicesimo, hanno perso ogni diritto.
"Quando sei cristiano, non sei più cittadino - s'indigna Loubna - non hai diritto a documenti né per te né per i tuoi figli, nessun passaporto, solo perché hai scelto un'altra religione".
Per Kamal, "essere di altra confessione in Marocco vuol dire diventare Signor Nessuno".
Per affermare il diritto di esistere come cittadini e come coppia, i due si sono uniti in matrimonio, davanti al sacerdote Adam Ribati, celebrando il rito cattolico a Rabat. Testimoni gli attivisti dell'Associazione marocchina per i diritti e per le libertà religiose. Jawad El Hamidi che presiede la Ong ha raccolto la denuncia dei due ragazzi, "è da sei mesi che la coppia reclama invano i documenti per sposarsi - racconta - È inammissibile in un paese che si dice democratico".
In attesa di una visita papale, dopo quella di 30 anni fa di Giovanni Paolo II, El Hamidi punta i fari sulle minoranze religiose in Marocco. "Soffriamo della mancanza di riconoscimento e abbiamo molti casi che testimoniano violazioni e angherie in ogni città del Marocco. Anche prenotare una sala per organizzare una festa diventa un calvario. Speriamo che il Santo padre ci onori di una visita, abbiamo molte cose da raccontare". Persino l'Associazione per i diritti e le libertà religiose non ha vita facile. "Stiamo ancora attendendo il riconoscimento ufficiale, la prefettura di Rabat ci ha accusato di 'attentato allo Stato e all'Islam' e dunque dobbiamo aspettare il verdetto di un giudice".

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