(di Paola Del Vecchio)
(ANSAmed) - MADRID, 22 MAG - Sono i più soli e vulnerabili, i
minori migranti non accompagnati, il cui flusso è in Spagna è
aumentato di oltre il 60% nel 2017. Con l'incremento degli
sbarchi lungo la rotta occidentale del Mediterraneo, lo scorso
anno sono arrivati in territorio spagnolo 6.414 minori
stranieri, 2.417 in più rispetto all'anno precedente (di questi,
2.177 provengono dal Marocco), secondo le stime del ministero
degli Interni, che calcola siano complessivamente 17.413 i
bambini e adolescenti giunti dal 2014. Di questi, quasi il 37%
nel 2017, un anno record per l'immigrazione infantile nel Paese
iberico.
Secondo i dati del governo, riferiti ai soli minori
alloggiati in strutture e centri di accoglienza nelle varie
regioni, un terzo del totale registrato negli ultimi quattro
anni è stato ospitato in Andalusia (5.642); mentre al secondo
posto fra le 19 comunità e città autonome iberiche per numero di
Mena c'è Melilla (3.329 ) - nonostante l'enclave in Marocco sia
la più piccola per popolazione e territorio - seguita da
Catalogna, Paesi Baschi e Valenzia.
"Mia madre è povera, non ha nulla. Sono arrivato una
settimana fa alla frontiera e da tre giorni sono entrato a
Ceuta. Voglio passare in Spagna per costruirmi un futuro e
aiutare mia madre. Qui è duro, ci picchiano e ci fanno del male
mentre dormiamo. Io solo voglio imparare un mestiere e lavorare,
avere un impiego qualsiasi". E' la testimonianza di Ahmed, un
bambino di 12 anni che ha intrapreso il viaggio da solo da
Tangeri e ora sopravvive come può nelle strade di Ceuta. E'
contenuta nel rapporto 'Los mas solos', (I più soli), della Ong
Save The Children, che denuncia le falle nel sistema di
accoglienza, protezione e integrazione dei bambini e adolescenti
migranti che arrivano soli nel Paese. Come Ahmed, sono oltre un
centinaio i coetanei che bivaccano nelle strade di Ceuta e
Melilla.
Il rapporto conferma i dati ufficiali, secondo cui dei 28.349
migranti giunti lo scorso anno in Spagna, il 14% era minore di
età. Ed evidenzia che le cifre comprendono solo quanti sono
entrati in contatto con le autorità pubbliche e per i quali è
stata certificata la minore età. Resta fuori dalle statistiche
chi, invece, decide di farsi passare per adulto, per non finire
nei centri di accoglienza. E quanti hanno abbandonato
volontariamente le strutture: 825 i minori 'in fuga' nel 2017
dai servizi di protezione, di cui 770 ragazzini e 55 ragazzine,
dei quali si ignora la destinazione.
Nonostante il significativo incremento degli sbarchi negli
ultimi 4 anni, solo un centinaio di minori migranti hanno
chiesto asilo e solo 31 lo hanno ottenuto, stando ai dati del
ministero degli interni citati nel rapporto. Il che significa
che una richiesta su 3 è respinta.
Per origini, i marocchini sono sempre stati i più numerosi
(il 64,8% nel 2017), seguiti dagli algerini (9,6%). I siriani
solo nel 2014 sono stati la seconda comunità più numerosa,
mentre i minori originari della Costa d'Avorio sono triplicati
fra il 2016 e 2017, passando da 72 a 208.
"Senza politiche educative e di impiego, questi giovanissimi
sono condannati alla precarietà e all'esclusione sociale. E dal
giorno in cui compiono 18 anni e restano senza protezione e
nessun tipo di appoggi da parte dell'amministrazione", denuncia
Save The Children. "Per comprendere la loro realtà bisogna
mettersi nei loro panni". Per questo la Ong ha lanciato la
campagna 'Se buscan familias', si cercano famiglie, per
percorrere con Omar, un minorenne senegalese arrivato solo in
Spagna, la stessa rotta seguita da lui, rischiando la vita per
entrare in Europa. (ANSAmed).
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Spagna: record arrivi minori non accompagnati, +60% in 2017
Save the Children denuncia falle nel sistema di integrazione