(ANSAmed) - RABAT, 22 MAG - I prezzi aumentano e gli hashtag
di protesta si moltiplicano. La campagna di boicottaggio di beni
di consumo rincarati all'improvviso in Marocco, a ridosso del
mese di Ramadan, continua a infiammare la rete. Questa volta il
movimento dei consumatori se la prende con i prezzi del pesce.
"Lascia che marcisca" il nuovo grido di protesta riprende la
formula usata per boicottare il latte della centrale Danone
('Lascialo cagliare'). È inconcepibile, scrivono gli internauti,
che in un Paese con 3.500 km di coste le sardine costino 20
dirham al chilo (2 euro circa), quando il prezzo abituale,
durante il resto dell'anno, è di 10 dirham.
La campagna di boicottaggio che agita il Marocco da poco più
di un mese riguarda già acqua minerale, latte e benzina. Secondo
i più recenti sondaggi quasi l'80% dei marocchini è favorevole
all'ondata di protesta che rappresenta una novità assoluta per
il Marocco: un atto di disobbedienza civile che in molti già
paragonano all'hirak, il movimento che ha infiammato il Nord,
fino a pochi mesi fa.
La campagna prende di mira principalmente l'acqua minerale
Siti Ali, messa in vendita a 6 dirham a bottiglia (1,5 litri
contro i 5 dirham di media delle altre marche), il latte Danone
venduto a 7 dirham al litro e la benzina Afriquia aumentata di
circa il doppio nelle ultime settimane, dopo la liberalizzazione
dei prezzi varata nel 2015 dal governo. Secondo l'inchiesta
nazionale sui consumi, il 10 per cento delle famiglie più agiate
spende 12 volte di più di quelle meno favorite e il livello di
vita del 5% dei ricchi è 20 volte più alto di quello del 5% dei
poveri; la metà della popolazione ricca dispone del 76% della
capacità di spesa e cioè un po' più che tre volte il livello di
vita del 50% dei meno ricchi. (ANSAmed).
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Ramadan: prezzi raddoppiati in Marocco, al via boicottaggio
Acqua, latte, benzina e sardine nel mirino dei consumatori