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Migranti,10.000 a Napoli per diritti, preoccupa governo Lega

Denuncia, 'anni in attesa permesso, così si aiuta caporalato'

Redazione Ansa

 Napoli - "Contribuiamo per il 10% al dell'Italia ma stanno formando un governo con la Lega, con un contratto che con ci considera, siamo preoccupati e spaventati".

Mamadou Sy, senegalese, dal 2012 in Italia, guarda sorridente dietro di sé e vede oltre diecimila immigrati che oggi hanno sfilato a Napoli, preoccupati per la nascita del nuovo governo contro cui hanno esposto cartelli "Stop Salvini". Ma il corteo mirava soprattutto a chiedere l'allargamento agli immigrati del reddito di inclusione e una maggiore velocità nella trafila burocratica per il permesso di soggiorno. Mamadou fa parte della comunità senegalese di Castel Volturno, in provincia di Caserta, e conosce bene la situazione di chi aspetta 'il documento'. "Migliaia di immigrati - dice - sono in attesa del permesso di soggiorno e vivono in una situazione particolarmente pesante perché sino alla mercé dello sfruttamento di persone senza scrupoli che li fanno lavorare sottopagandoli. L'Italia dice di combattere caporalato ma esiste ancora nelle campagne e sfrutta migliaia di immigrati senza permesso di soggiorno che alle cinque del mattino cercano lavoro. A chi dice che gli immigrati rubano ricordo che i ladri non si alzano dal letto alle quattro per lavorare ogni giorno".

Il lungo corteo, che domani si replica a Caserta, si è fermato davanti alla Prefettura per chiedere, spiega Giampaolo Mosca del centro sociale Ex Canapificio di Caserta, "l'accelerazione alla concessione di 800 permessi di soggiorno che sono fermi -anche da anni per le cattive pratiche atiche della burocrazia. Parliamo di questioni burocratiche facilmente risolvibili, sarebbe un piccolo passo importante per migliaia di immigrati". Con gli immigrati anche tanti giovani dei centri sociali che si impegnano a Caserta e Napoli per aiutarli nell'integrazione e nella quotidianità come spiega Sergio Serraino dell'ambulatorio di Emergency di Castel Volturno : "Migliaia di questi manifestanti - dice - sono nostri pazienti. Dal 2013 ne abbiamo avuto in cura 8.000 nell'ambulatorio che ha tre mediatori, due infermieri e un medico. Ma ormai ci vuole un'inclusione bilaterale perché l'accesso alle cure è difficile anche per molti italiani che non possono pagare il ticket". (ANSAmed).

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