(ANSAmed) - TORINO, 17 MAG - Un'esperienza positiva di
integrazione sociale e accesso alle cure per i rifugiati e
migranti che vivono in condizioni di marginalità nelle palazzine
occupate dell'ex deposito di Mercati Ortofrutticoli all'Ingrosso
(Ex Moi) a Torino. Questo è il progetto pilota avviato da Medici
Senza Frontiere in collaborazione con la Azienda sanitaria
locale Asl Città di Torino. Msf spiega in una nota che il
progetto comprende uno sportello di orientamento socio-sanitario
all'interno dell'Ex Moi, attivo da fine 2016, attraverso il
quale i volontari dell'organizzazione spiegano alle persone come
registrarsi al servizio sanitario nazionale (Ssn). Da marzo 2018
l'iniziativa vede la presenza di due mediatori culturali, scelti
e formati tra gli stessi occupanti dell'Ex Moi per facilitare la
relazione tra il personale dell'Asl e gli utenti stranieri.
Migranti in condizioni estrema vulnerabilità
"Sono più di mille i rifugiati e migranti che oggi vivono nelle
palazzine dell'Ex Moi. Per legge hanno tutti diritto
all'assistenza sanitaria, ma in pochi riescono a esercitare il
loro diritto alla cura perché la maggior parte non sa come
accedervi soprattutto a causa di barriere linguistiche e
culturali", ha spiegato Valentina Reale, capo progetto di Msf a
Torino. "Grazie ai nostri volontari e mediatori culturali,
aiutiamo queste persone, che vivono in condizioni di estrema
vulnerabilità, ad accedere al servizio sanitario nazionale,
favorendo la loro inclusione e una migliore relazione con le
realtà territoriali". Msf spiega che l'iniziativa è uno dei
"rari esempi" in Italia in cui una Asl è attiva per favorire
l'accesso alle cure di migranti e rifugiati che vivono in un
insediamento informale. Dalla fine del 2016, i volontari di Msf
hanno assistito circa 260 persone residenti all'Ex Moi, tra cui
30 donne e 9 minori. Più del 70 per cento non era ancora
registrato al SSN e solo il 17 per cento aveva un medico di
base, prima del contatto con Msf.
Attività di formazione e prevenzione
Nelle ultime settimane Msf è inoltre impegnata a supportare la
Asl in attività di informazione e prevenzione di patologie
infettive, per monitorare l'insorgenza di eventuali casi e
garantire che vengano trattati in modo adeguato e tempestivo.
"Io stesso sono un rifugiato che da tanti anni vive all'Ex Moi"
racconta Lamin S., mediatore culturale di Msf. "So cosa succede
alle persone che vivono in queste palazzine quando devono
chiedere dei documenti o hanno bisogno del medico: non è facile.
Quando bussiamo alle loro porte ci aprono e ci ascoltano perché
sanno che siamo lì per aiutarli. Per me è molto bello fare
qualcosa per loro, per noi stessi". L'iniziativa di Torino è
nata nell'ambito delle attività di monitoraggio condotte
dall'organizzazione negli ultimi due anni sugli insediamenti
informali di migranti, rifugiati e richiedenti asilo. L'Ex Moi è
infatti uno dei circa 50 insediamenti informali descritti nel
rapporto "Fuori Campo" realizzato da Msf.
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Progetto Msf per accesso cure migranti occupazione Torino
Esperienza con mediatori culturali per promuovere integrazione