(di Stefano Intreccialagli)
(ANSAmed) - ROMA, 10 APR - Violazioni dei diritti umani e del
diritto di difesa, condizioni di vita disumane e violenze, anche
contro minori. È quanto sarebbe accaduto finora contro migranti
e richiedenti asilo nell'hotspot di Lampedusa, in Sicilia, e nel
Centro di permanenza per il rimpatrio (Cpr) di Potenza, in
Basilicata, secondo quanto riferito da un nuovo rapporto delle
organizzazioni Coalizione Italiana Libertà e Diritti Civili
(Cild), Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi) e
Indiewatch, presentato al Parlamento italiano in conferenza
stampa. Lo scorso 6 marzo una delegazione di avvocati, mediatori
culturali si era recata presso l'isola di Lampedusa per
raccogliere testimonianze dagli ospiti dell'hotspot.
Secondo quanto riferito dalle organizzazioni, nell'hotspot di
Lampedusa, del quale è stata disposta la chiusura per
ristrutturazione il 13 marzo scorso dopo le denunce di
condizioni di vita disumane, "non esiste una mensa", e i servizi
igienici "sono senza porte ed i materassi sporchi e malmessi. Le
persone dormono "in cameroni che possono ospitare fino a 36
persone senza nessuna separazione tra uomini, donne e minori".
L'acqua calda "è assicurata solo per un'ora al giorno, l'acqua
corrente nei bagni è interrotta dalle 21 alle 7", e le
condizioni di sicurezza "sono praticamente inesistenti". Durante
la visita, i volontari delle organizzazioni hanno raccolto
testimonianze di cittadini tunisini che avevano manifestato la
volontà di richiedere la protezione internazionale, "ma la
relativa domanda non era stata formalizzata". Spesso gli ospiti
del centro, presi dalla disperazione, "hanno perpetrato atti di
autolesionismo o provato a ribellarsi", si legge nel rapporto. A
tali episodi, "le forze dell'ordine presenti all'interno del
centro hanno risposto, sempre secondo le testimonianze raccolte,
con violenza, perquisizioni arbitrarie, insulti e minacce". In
una occasione, "le autorità di polizia hanno risposto con la
forza, caricando indiscriminatamente uomini, donne, bambini e
persone vulnerabili. Almeno due persone (una minore di 8 anni ed
una donna di 23 anni) sono state trasportate al pronto soccorso
per aver riportato esiti da traumi contusivi dovuti a
manganellate", si legge nel documento, dove viene inoltre
segnalato che a due avvocati è stato negato il permesso di
entrare nel centro per conferire con i loro assistiti, fatto che
consiste in una "grave lesione del diritto di difesa".
Il rapporto segnala che "a seguito della chiusura
dell'hotspot di Lampedusa, anche a causa dell'illegittima
mancata formalizzazione della domanda di protezione
internazionale, per la stragrande maggioranza degli ospiti è
stato disposto un decreto di respingimento differito e un
decreto di trattenimento presso i Cpr", centri per il rimpatrio,
una prassi "da ritenersi illegittima in quanto il trattenimento
di richiedenti asilo può avvenire solo nei casi eccezionali
stabiliti tassativamente dalla legge". Le organizzazioni
denunciano che presso il Cpr di Potenza "si sono registrati
gravissime violazioni del diritto di difesa che hanno impedito
agli interessati di essere assistiti dal proprio difensore in
occasione delle udienze di convalida" del trattenimento.
(ANSAmed).
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Violazioni diritti e 'violenze a migranti' hotspot Lampedusa
Ong segnalano 'gravissime violazioni' anche in Cpr Potenza