(di Mimmo Trovato)
(ANSA) - POZZALLO (RAGUSA), 19 MAR - Il loro obiettivo
primario è salvare migranti e portarli in Italia, senza
rispettare le norme, anzi violandole scientemente. E' quanto
ipotizza la Procura di Catania nei confronti dell'Ong spagnola
ProActiva Open Arms disponendo il sequestro della nave, da ieri
ormeggiata nel porto di Pozzallo (Ragusa) dopo aver sbarcato 218
migranti. Un approdo venuto dopo il rifiuto di consegnare i
profughi salvati a una motovedetta libica e due giorni di
trattative diplomatiche. Un avviso di garanzia è stato
notificato a tre indagati: il comandante, il coordinatore di
bordo e il responsabile spagnolo dell'Ong, in corso di
identificazione. Il reato ipotizzato dalla Procura diretta da
Carmelo Zuccaro è associazione per delinquere finalizzata
all'immigrazione clandestina. E' lo stesso magistrato che lo
scorso anno ipotizzò che a finanziare alcune Ong fossero i
trafficanti di esseri umani, sollevando un vespaio politico.
L'ipotesi di reato odierna è contestata dal legale del
comandante della nave, l'avvocatessa Rosa Emanuela Lo Faro, che,
in attesa di leggere gli atti usa l'ironia: "Poiché il decreto
legge 286 del 1998 dice chiaramente che non commette reato chi
soccorre persone devo dedurre che hanno istituito il reato di
solidarietà...".
Al centro dell'inchiesta l'approdo sabato a Pozzallo della
nave e in particolar modo le dinamiche che lo hanno preceduto.
Per l'Ong è stata un'azione da stato di necessità, un soccorso
in mare per salvare vite; per la Procura di Catania oltre a
questo c'è un progetto preciso di portare i migranti in Italia
anche violando legge e accordi internazionali. La prova, per
l'accusa, è proprio l'ultimo salvataggio, al centro di un
intreccio di normative e regolamenti che ha coinvolto quattro
Paesi: Italia, Spagna, Libia e Malta.
Quattro giorni fa la nave dell'Ong soccorre dei barconi e
recupera 218 migranti. Un intervento contestato dalla guardia
costiera libica che ritiene sia stato compiuto in un'area di di
sua competenza e chiede di potere prendere in carico i migranti.
L'Ong resiste, anche, secondo la sua ricostruzione, alle armi
puntate dei militari, che però smentiscono e accusano la nave
spagnola di "comportamento provocatorio" e di "mancato rispetto
delle regole". La Guardia costiera italiana sottolinea che il
coordinamento era stato "assunto dalla Guardia Costiera libica"
e che la Ong ne era a conoscenza. Ciononostante, è la tesi della
Procura, Open Arms 'resiste' e vince, ma facendo aprire un altro
fronte: la sede dell'approdo. Tra i migranti ci sono bimbi e
persone in condizioni precarie di salute. Risponde all'appello
Malta, con una motovedetta che raccoglie una bimba di tre mesi
disidratata e con la scabbia e sua madre. Ma ancora nessuna
indicazione su dove dirigersi. Intanto la Guardia Costiera
segnala che "nonostante la vicinanza con l'isola di Malta, la
nave proseguiva la navigazione verso le coste italiane in attesa
di indicazioni dell'autorità spagnola". E' infatti lo Stato di
bandiera dell'imbarcazione, in questo caso la Spagna, a dover
chiedere all'Italia di permettere l'approdo, secondo il Codice
delle Ong sottoscritto da Proactiva. Ma la nave non invia alcuna
richiesta alle autorità spagnole e continua a navigare verso
nord. Un comportamento che per la Procura di Catania viola leggi
e accordi. Volutamente, per poter sbarcare in Italia. Una volta
al limite delle acque territoriali arriva l'ok a dirigersi verso
Pozzallo, dove approda sabato. E dove resterà sotto sequestro,
in attesa della decisione del Gip sul provvedimento della
procura. (ANSAmed).
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Migranti: sequestrata nave ong Open arms, 3 indagati
Proactiva, impedire salvataggi viola statuto Onu rifugiati