GINEVRA - In Libia, centinaia di famiglie restano bloccate in condizioni disastrose a causa di gruppi armati che impediscono loro di tornare nelle loro case nella città di Tawergha, nel nord del Paese, ha affermato oggi a Ginevra l'Unhcr, l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati. Le temperature sono estremamente basse nell'area ed i bisogni più urgenti degli sfollati sono rifugi, acqua potabile, cibo, assistenza medica e sostegno specifico per bambini e neonati. La comunità di Tawergha è sfollata dal 2011, quando i 40.000 abitanti della città furono costretti ad andarsene. Da allora, sono sparsi in tutto il paese, ricorda l'Unhcr in una nota.
A seguito di un decreto del Consiglio della Presidenza per permettere il loro ritorno, dal primo febbraio, queste famiglie hanno cercato di tornare a Tawergha. Circa 2.000 persone provenienti da varie località della Libia, tra cui Bani Walid, Tripoli e Bengasi, si sono dirette verso la città ma sono state fermate da gruppi armati. Respinti, si sono trasferiti in due siti temporanei a Qararat al-Qataf, a circa 40 km da Tawergha e Harawa, a circa 60 km a est di Sirte.
Più di 1.200 persone, per lo più donne e bambini, rimangono in queste località in condizioni disastrose, deplora l'agenzia dell'Onu che nelle ultime settimane, ha prestato assistenza distribuendo tende, coperte e indumenti invernali.
L'Unhcr stima che in tutta la Libia più di 180.000 sfollati interni hanno attualmente bisogno di assistenza, mentre 335.000 persone sono tornate di recente nelle loro case.
Libia: Unhcr, centinaia famiglie di Tawergha ancora bloccate
Restano 180mila sfollati interni, 335 mila quelli tornati nelle case