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Artigianato e case, opportunità per i migranti in Niger

Progetti ong Cisp per flussi in transito, 'c'è lavoro anche qui'

Redazione Ansa

(di Stefano Intreccialagli)

ROMA - La cultura, l'artigianato e l'urbanizzazione come risposta ai flusso dei migranti in Niger e come alternativa locale al sistema economico che sfrutta il fenomeno migratorio. È questa l'idea del Cisp, Comitato internazionale per lo sviluppo dei popoli, ong attiva anche nel Paese africano.

Il Cisp è infatti in Niger dal 2006. In questi anni "abbiamo visto un grande cambiamento dei numeri dei flussi migratori, sempre di transitanti", racconta ad ANSAmed Marta Abbado, rappresentante dell'ong in Niger.

L'organizzazione nel Paese porta avanti il progetto 'Impiego legato al patrimonio', nel quale le persone coinvolte sono al 50% i migranti transitanti nella regione di Agadez. "Abbiamo cominciato con il restauro della città vecchia. Cerchiamo poi di mantenere vive le tecniche per realizzare oggetti della cultura Tuareg e l'artigianato tipico". L'obiettivo è quello di "portare questa cultura all'esterno, esportando questa produzione artigianale", spiega Abbado. Per i migranti questi progetti "sono un messaggio di speranza, per dire loro che per trovare un lavoro non hanno bisogno di venire in Europa".

Nel corso degli anni "intorno al fenomeno migratorio si è creato un vero e proprio sistema economico", non solamente legato al traffico illegale, spiega Sandro De Luca, direttore dei programmi per l'Africa del Cisp. Nel momento in cui questo flusso viene reso illegale, "bisogna dare alternative alle persone della zona che di quel fenomeno vivevano, e programmi di questo tipo cercano di ricostruire un sistema economico possibile attorno all'artigianato e al turismo".

Il Cisp lavora anche in altre zone di crisi del Niger, come la regione di Diffa, immediatamente a nord del confine con la Nigeria, con la più forte instabilità legata a Boko Haram. "Qui stiamo facendo un lavoro di costruzione di case con tecniche tradizionali, che servono a ospitare sfollati, rientrati, rifugiati, nell'ambito delle attività di pianificazione urbana.

Cerchiamo di dare una risposta di lungo periodo, smettendo di concepire la risposta ai fenomeni dei rifugiati solo con questi enormi campi di tende", sottolinea De Luca.

"Nell'ultimo anno il numero ufficiale dei flussi migratori in Niger si è dimezzato, grazie a una legge che combatte i passeur", racconta Abbado, ma "il deserto è grande, e se non passano in una città, lo fanno a 50 chilometri".

L'Italia ha annunciato che realizzerà una missione militare in Niger a sostegno degli sforzi nel controllo alle frontiere per regolare i flussi migratori. "I confini in queste aree spesso sono puramente teorici, e le capacità di controllo sono deboli", sottolinea De Luca. "Indubbiamente il tema della sicurezza è importante, e un appoggio internazionale su questo ci sembra comprensibile", ma "non ci aspettiamo che questo intervento risolva il problema migratorio". 

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