(di Stefano Intreccialagli)
(ANSAmed) - ROMA, 16 GEN - I rifugiati presenti in Italia
avrebbero "maggiori problemi" e impiegherebbero più tempo a
integrarsi nel mercato del lavoro rispetto ai cittadini
italiani, ma anche agli altri immigrati. A sostenerlo è la
ricerca "Torn Nets. How to explain the gap of refugees and
humanitarian migrants in the access to the Italian labour
market", realizzata da Maria Perino e Michael Eve
dell'Università degli Studi del Piemonte Orientale per il Forum
internazionale FIERI, che presenta alcuni dati che documentano
le difficoltà dei richiedenti asilo arrivati negli ultimi
due/tre anni a trovare lavoro in Italia.
La ricerca ha l'obiettivo di far luce sulla situazione
dell'ingresso nel mercato del lavoro dei rifugiati presenti in
Italia. I due accademici responsabili del documento hanno
innanzitutto sottolineato le difficoltà nel trovare dati sulla
presenza di rifugiati e richiedenti asilo nel mercato del
lavoro. Nonostante questa mancanza, lo studio evidenzia che in
Italia i rifugiati vivono un "basso livello di integrazione
socio-economica". Alla ricerca di una spiegazione del fenomeno,
gli esperti citano alcuni studi europei che "evidenziano
differenze nel livello di impiego dei migranti in base alla loro
'classe di ammissione' (permesso per protezione internazionale,
ricongiungimento familiare, permesso per lavoro, per studio,
ecc), e studi qualitiativi riportano di particolari difficoltà
per i rifugiati. Crediamo che queste categorie non siano solo
artefatti amministrativi e modi per definire l'esperienza dei
migranti nei loro Paesi di origine, ma indicano anche le loro
'traiettorie migratorie'", si legge nella ricerca. Gli
accademici sottolineano quindi che "le difficoltà nel mercato
del lavoro che sembrano caratterizzare recentemente i
richiedenti asilo potrebbe essere considerate come conseguenze
dei casi di difficoltà connesse con le reti sociali derivate da
tali traiettorie migratorie".
Il documento sottolinea come le attuali ricerche non siano
sufficienti a spiegare complessivamente queste difficoltà nel
trovare lavoro, che possono essere legate anche a fenomeni quali
la discriminazione e la "distanza culturale", ma questi due
aspetti non sono sufficienti a dare una risposta alla
problematica. "Crediamo che vada data maggiore attenzione alle
'traiettorie migratorie' delle persone che arrivano attraverso
diversi canali, per le loro conseguenze nell'accesso al lavoro",
spiegano i ricercatori nello studio. "Le politiche dovrebbero
considerare le conseguenze di tali traiettorie, e non aggiungere
ulteriori difficoltà". (ANSAmed).
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Studio, rifugiati in difficoltà nel trovare lavoro in Italia
Ricerca accademica evidenzia "maggiori problemi" categoria