(ANSAmed) - MADRID, 14 NOV - Oumo Totopa, la migrante della
Costa d'Avorio sbarcata sulle coste spagnole ad aprile e da
allora separata dal figlio di 4 anni, giunto un mese prima dal
Marocco, ha potuto finalmente riabbracciare il piccolo
Abderraman. Ne danno notizia fonti della Ong Women's Link
Worldwide, che aveva denunciato alla Corte Europea per i diritti
umani "il calvario" durato sette mesi della madre ivoriana per
ricongiungersi con il bambino, a causa dei ritardi
nell'accertamento del vincolo di maternità.
Madre e figlio vengono trasferiti oggi in una casa di
accoglienza a Jerez de la Frontera (Andalusia), dopo il via
libera al ricongiungimento dato dall'assessorato al welfare di
Melilla, dove si trovava il bambino.
"In tutti questi mesi, Abderraman è cresciuto, ha dimenticato
il francese e ora parla spagnolo. Ma finalmente ho potuto
rivederlo, la mia vita ricomincia adesso", ha dichiarato Oumo
Totopa fra lacrime di gioia ai media iberici, dopo aver
riabbracciato il figlio.
Il minore con la madre e la zia, provenienti dalla Costa
d'Avorio, erano rimasti nascosti nei boschi al nord del Marocco,
in attesa dell'occasione per imbarcarsi sui barconi della
speranza e raggiungere le coste spagnole. Ma a marzo, quando si
era presentata un'opportunità, Oumo ammalata e senza forze aveva
convinto la sorella a imbarcarsi con il nipotino, in attesa di
essere a sua volta in grado di compiere la traversata. Da allora
al piccolo, ospitato nel centro di accoglienza per minori di
Melilla, non era stato permesso di incontrare o avere anche solo
contatti telefonici né con la zia né con la madre.
Arrivata in Spagna ad aprile e rinchiusa prima in un Ceti ad
Algesiras e da là trasferita a Jerez de la Frontera, Oumo ha
dovuto inviare ai servizi sociali di Melilla prove del Dna a
dimostrazione della sua maternità. Ma, in attesa dell'iter
burocratico di accertamento, il Servizio di protezione dei
minori dell'enclave spagnola in Marocco non aveva risposto alle
richiesta della madre di poter avere contatti con il figlio.
La Ong Women's Link ha denunciato il caso prima al Difensore
del Popolo e alla Procura generale spagnola, e poi alla Corte
europea dei diritti umani. A fine ottobre, il Tribunale di
Strasburgo ha sollecitato al governo spagnolo misure cautelari
per "impedire la violazione dei diritti fondamentali" della
migrante: quali iniziative avesse adottato per comprovare il
vincolo familiare e per consentire le visite di Oumo al piccolo
Abderraman, o contatti telefonici o via video, in attesa
dell'ultimazione dell'iter per il ricongiungimento.
La denuncia presentata da Women's Link alla Corte di
Strasburgo andrà avanti, considerando che "sono stati violati
diritti fondamentali" della madre migrante, come "il diritto
alla vita privata e familiare e quello a non essere
discriminata". (ANSAmed).
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Spagna: madre ivoriana riabbraccia figlioletto dopo 7 mesi
Erano stati separati in due centri a Melilla e in Andalusia