(ANSAmed) - PARIGI, 23 OTT - Un anno fa, sotto l'occhio delle
telecamere di tutto il mondo, le forze dell'ordine francesi
procedevano allo smantellamento della "giungla" di Calais, il
più denso insediamento di migranti clandestini nel nord del
Paese, tutti in attesa di trovare un modo per sbarcare in Gran
Bretagna. Oltre 7.400 fra donne, uomini e bambini furono
evacuati nel corso dell'operazione lanciata il 24 ottobre 2016 e
durata 3 giorni. I migranti furono "riorientati" verso centri di
accoglienza in tutto il Paese e trasportati con pullman e
furgoni.
A 12 mesi di distanza, i risultati sembrano controversi: il
42% di quelli che avevano presentato domanda di asilo ha
ottenuto risposta positiva, il 46% è sempre in attesa, secondo i
dati dell'Ufficio francese dell'Immigrazione e integrazione. Fra
gli adulti evacuati, il 58% erano sudanesi, il 25% afghani, il
5% eritrei e il 4% pachistani. Per quanto riguarda i minori, 515
di loro sono stati trasferiti in Gran Bretagna e Irlanda, 194
affidati a centri di aiuti per l'infanzia, 709 sono fuggiti e
333 sono stati considerati maggiorenni e trasferiti nei centri
di accoglienza. La situazione sul posto, però, è l'aspetto più
preoccupante, con un nucleo "duro" - un decimo circa rispetto al
numero originario - che è tornato sul luogo della famosa
"giungla". Sono 500 secondo la prefettura, 700 per le
associazioni e Natacha Bouchart, la sindaca. Ma sono soprattutto
più determinati e violenti, quasi quotidiani sono gli incidenti
con assalti ai Tir diretti in Gran Bretagna, blocchi stradali
eretti con tronchi d'albero, scontri fra diverse comunità. I
giovani, riferiscono le associazioni, sono i più violenti, e
spesso in preda all'alcool. (ANSAmed).
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Migranti: Francia,un anno fa smantellamento 'giungla' Calais
42% ha ottenuto asilo.Insediamento si riforma ed è ancora peggio