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Sempre più italiani preoccupati da flussi migratori

Sondaggio, oltre un terzo pensa a respingimenti come soluzione

Redazione Ansa

(di Stefano Intreccialagli) - Roma - Una buona parte degli italiani pensa che la paura di un'immigrazione incontrollata sia un valido motivo per una politica incentrata sui respingimenti, anche a costo di esporre i migranti a trattamenti disumani, o per l'invio di soldati in Libia. È quanto emerge da un sondaggio condotto dal Laboratorio di Analisi Politiche e Sociali LAPS dell'Università di Siena con la collaborazione dell'Istituto Affari Internazionali IAI sulla posizione degli italiani rispetto alle strategie nazionali di politica estera, presentato alla Camera dei deputati del Parlamento italiano.

Dalla ricerca, realizzata su un campione di 1001 intervistati, emerge che dal 2013, anno dell'ultimo sondaggio IAI-LAPS, è più che raddoppiato il numero di italiani che considerano prioritari il controllo dei flussi migratori e la protezione dei confini nazionali, con una percentuale salita dal 30 al 60%. Sono in maggioranza inoltre quelli che pensano che esista un legame tra immigrazione irregolare e terrorismo: il 55% degli intervistati. Per fronteggiare la crisi migratoria, il 38% degli intervistati sceglie la politica dei respingimenti, nonostante la stessa opzione indichi, tra le possibili conseguenze, il maltrattamento dei migranti. Un altro terzo, il 34%, è favorevole all'invio di un contingente in Libia per sorvegliare le frontiere, mentre il 29% crede ancora nella necessità di assicurare il salvataggio dei migranti in mare, accogliendoli sul territorio italiano. La crisi migratoria è anche la questione di politica estera su cui l'operato del governo italiano ottiene il giudizio più basso: è bocciato dal 70% degli italiani, con una media del 2,9 su 10. Inoltre, la netta maggioranza degli intervistati ritiene che il governo italiano (59%) e l'Unione europea (57%) stiano occultando i dati reali sugli immigrati presenti in Italia.

Oltre al tema migranti, in materia di sicurezza dal sondaggio emerge che sempre più italiani giustificherebbero l'uso della tortura su sospetti terroristi per sventare attentati. Risulta "tormentato" il rapporto Italia-Ue, con l'opinione pubblica a favore o contro l'Europa a seconda dell'argomento di cui si parla. In ogni caso, a larghissima maggioranza, l'82%, gli intervistati ritiene che l'Italia abbia scarsa influenza sia in Europa che nel contesto globale. Il sondaggio offre alla politica "uno spaccato delle preoccupazioni degli italiani in tema politica estera Paese", ha sottolineato il presidente dello IAI Ferdinando Nelli Feroci alla presentazione della ricerca. Il rapporto "non presenta una situazione sconosciuta", ha commentato la vicepresidente della Camera Marina Sereni. "Negli ultimi anni è cresciuta la paura legata ai flussi migratori". I dati "bisogna governarli, non rincorrerli o strumentalizzarli".

Alle paure dei cittadini "dobbiamo dare risposte". 

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