(ANSAmed)- ROMA, 14 LUG - Da migranti ad apicoltori. "Bee my
job" è un progetto di apicoltura urbana e sociale con la quale
rifugiati e richiedenti asilo hanno l'opportunità di imparare un
mestiere, incontrare i cittadini italiani e integrarsi
attraverso il lavoro. L'iniziativa è portata avanti nel comune
di Alessandria dall'associazione di promozione sociale
Cambalache e coinvolge i migranti ospiti dei centri di
accoglienza del comune e i soggetti vulnerabili aiutati dai
progetti di Caritas e servizi sociali.
L'obiettivo di Cambalache è "rispondere alle esigenze
concrete dei migranti ospitati, per promuovere un'integrazione
sociale, economica e abitativa", ha spiegato all'Ansa Mara
Alacqua, presidente di Cambalache. Bee my job è stato ideato nel
2014, perché "abbiamo identificato nell'apicultura un settore in
attivo, con richiesta di manodopera, che offre una stagione di
lavoro lunga". Un progetto "che mette insieme due mondi: le
persone in accoglienza e il mondo agricolo". Bee my job negli
ultimi 3 anni ha permesso la formazione professionale con
tecnici settore apistico, insieme a percorsi complementari di
potenziamento linguistico e sicurezza sul lavoro. "Dal 2015 a
oggi sono stati formati 65 nuovi apicoltori", sottolinea
Alacqua. "Promuoviamo l'inserimento nelle aziende apistiche e
agricole nazionali e abbiamo attivato 44 tirocini in questi
anni. Oggi 4-5 persone si sono create un posto di lavoro fisso
all'interno di un'azienda".
Dal 2015 il progetto porta avanti un apiario urbano situato
nel parco Forte Acqui di Alessandria. "Oltre all'integrazione
economica ci interessava promuovere l'integrazione sociale",
spiega la presidente di Cambalache. Il ricavato del miele
prodotto nell'apiario contribuisce ai costi del progetto. "È un
luogo utile alla formazione e per l'incontro tra richiedenti
asilo e cittadini: realizziamo attività con scuole, gruppi
scout, giovani". La cittadinanza "scopre il mondo
dell'accoglienza e delle migrazioni con un approccio basato
sulle api". Abdoul, rifugiato senegalese, sta realizzando un
tirocinio con l'associazione e lavora nell'apiario e nell'orto
urbano del progetto. È in Italia da un anno e 9 mesi. "Ho fatto
un viaggio molto difficile attraversando l'Africa e il
Mediterraneo. Sono stato in Libia, ho fatto 2 mesi di prigione",
racconta. "Non si può spiegare a parole che cosa significa". Nel
suo Paese era un elettricista, e oggi Abdoul sta imparando il
mestiere dell'agricoltore e dell'apicoltore. L'associazione lo
sta accompagnando nella creazione di un'impresa agricola sociale
gestita da richiedenti asilo. "La formazione è una cosa molto
importante, per il lavoro ma anche per conoscere gli altri". I
migranti "sono interessati a fare il corso, per imparare cose
nuove. Ora sono contenti e lavorano, come me". (ANSAmed).
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Bee my job, apicoltura con rifugiati per l'integrazione
Progetto di formazione e inserimento lavoratico ad Alessandria