(ANSAmed) - TEL AVIV, 24 APR - Nel 2016 i violenti attacchi
antisemiti sono scesi ovunque del 12%, ma salgono altre forme di
antisemitismo, specialmente nei campus universitari americani
dove arrivano al 45% in più. Lo indica il rapporto annuale
diffuso dal 'Centro Kantor per gli studi sull'ebraismo
contemporaneo' in collaborazione con il 'Congresso ebraico
europeo' presentato all'Università di Tel Aviv.
Secondo i dati, nell'anno passato gli attacchi violenti
antiebraici in tutto il mondo sono stati 361 contro i 410 del
2015. Il decremento di tutti i tipi di incidenti antisemiti,
come registrato dalle Comunità ebraiche e dalle agenzie
governative, è più evidente in Francia dove - ha ricordato il
ministero dell'interno - la diminuzione è stata del 61% ma anche
in Belgio con un abbassamento del 60%. Le ragioni di questo
andamento al ribasso - che non risparmia tuttavia i cimiteri e i
monumenti - sono state attribuite dal rapporto ad un aumento
delle misure di sicurezza, come polizia e soldati, attorno ai
luoghi ebraici ma anche al fatto che un numero crescente di
ebrei evita di apparire in pubblico con elementi identificativi
ebraici come ad esempio la kippà, il copricapo rituale. Salgono
invece i fenomeni di antisemitismo nel mondo anglofono: in Gran
Bretagna si è registrata una crescita del 11% (sebbene vi sia
stata una decrescita del 13% in quelli violenti) e del 10% in
Australia. Ma il dato più eclatante è quello degli Usa dove i
fenomeni sono saliti del 45% specialmente nei campus
universitari definiti dal Rapporto come "una serra per
l'antisemitismo mascherato da antisionismo".
Se l'antisemitismo violento sembra scendere, non altrettanto
accade sul web indicato in un messaggio video di Moshè Kantor,
presidente del Congresso ebraico europeo, arena contro gli ebrei
e altre minoranze. Il Rapporto ha citato un recente studio
condotto dal Congresso ebraico mondiale secondo cui ogni 83
secondi in un tutto il mondo è postato un messaggio antiebraico,
la maggior parte su Twitter. "L'odio non è sceso - ha detto
Kantor - si è solo spostato alla sfera virtuale dove mancano le
costrizioni". Un fenomeno riscontrato anche in Italia dove il
Rapporto - che "non riferisce di nessun caso violento" -
registra invece circa 130-140 episodi di antisemitismo la
maggior parte dei quali da parte di siti on line (280 tra
italiani o stranieri ma con pagine in italiano) e via Facebook.
Infine il Rapporto ha sottolineato che la recente ondata
immigratoria in Europa non ha contribuito all' incremento
dell'antisemitismo nonostante le paure contrarie.(ANASAmed).
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Antisemitismo: meno atti violenti, ma spuntano nuove forme
Rapporto, pericolo social media, anche in Italia