(di Stefano Intreccialagli)
(ANSAmed) - ROMA, 22 MAR - Il 50% dei salvataggi del 2017 nel
Mediterraneo dipende da organizzazioni non governative: un
fenomeno che lascia molti dubbi sui finanziamenti di queste ong,
sui rapporti con gli organizzatori dei flussi e sul ruolo dei
privati, rispetto alle istituzioni, nella gestione del fenomeno
migratorio. Lo ha detto il Procuratore della Repubblica presso
il Tribunale di Catania, Carmelo Zuccaro, in un'audizione al
Comitato Schengen del Parlamento italiano.
Da settembre del 2016 "abbiamo registrato un proliferare delle
Ong che accompagnano i migranti fino al territorio italiano", ha
riferito il magistrato. In particolare, "negli ultimi 4 mesi del
2016 circa il 30% dei salvataggi con migranti approdati nel
distretto catanese sono da riferire alle Ong", mentre nel 2017
la quota è salita al 50%".
Secondo il Procuratore le navi sono 13, sei delle quali legate
ad Ong tedesche, mentre due sono di Medici senza Frontiere e una
di Save The Children. Ma secondo Zuccaro queste presenze "non
hanno attenuato il numero di naufragi e morti in mare", circa
"5mila persone nel 2016".
"Quello che cerchiamo di capire è il motivo del proliferare
di queste Ong e come riescano ad affrontare costi così elevati",
sottolinea il procuratore. "11mila euro al giorno per nave
Aquarius di Sos Mediterranee, 40mila euro mensili per la nave
Iuventa, la Ong Moas, con le navi Phoenix e Topaz Responder e
l'uso di droni da ricognizione, affronta costi mensili da
400mila euro circa, senza contare l'acquisto delle navi".
Ma secondo Zuccaro le Ong creano anche un problema di indagini
sui trafficanti. "Prima riuscivamo almeno a intercettare e
arrestare i facilitatori", persone che accompagnavano i barconi
su altre imbarcazioni per assicurarsi che il viaggio andasse
nella direzione giusta. Con le Ong "è venuta meno questa
presenza. Riusciamo a prendere solo gli scafisti, ma abbiamo
preso atto che ormai sono migranti loro stessi, presi a caso dal
gruppo". Un sistema dunque, quello delle Ong, che di fatto crea
"uno scacco al contrasto delle organizzazioni criminali".
Certo, le navi delle Ong offrono condizioni di viaggio
ottimali e si trovano più vicine ai luoghi del soccorso.
Tuttavia, ha aggiunto il magistrato, "non è provato ma non è
escluso che vengano contattate direttamente" da chi organizza i
flussi, "senza mediazione della centrale operativa"."Tra il
ventaglio di ipotesi - ha aggiunto - la peggiore è che lavorino
in accordo con gli organizzatori", mentre "è un dato oggettivo"
che ci sia una "volontà di creare dei corridoi umanitari". Ma
c'è da chiedersi, ha detto ancora Zuccaro, "se debba essere
consentito che i privati si sostituiscano agli Stati".
(ANSAmed).
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'Metà dei salvataggi in mare ormai dipendono da Ong'
Procuratore Catania a Parlamento, dubbi su ruolo e finanziamenti