(ANSAmed) - ROMA, 17 MAR - A partire dal prossimo 21 marzo è
stato organizzato, presso il Museo Nazionale Romano di Palazzo
Massimo, il workshop "Un mosaico come ponte di culture" aperto,
oltre ai visitatori, ai migranti ospiti dei centri di
accoglienza della Croce Rossa di Roma, protagonisti da dicembre
scorso di un percorso di inclusione sociale e culturale nato
dalla collaborazione tra Museo Nazionale Romano di Palazzo
Massimo, Istituto Beni Culturali della Regione Emilia Romagna e
Croce Rossa di Roma.
I partecipanti saranno chiamati a riprodurre una delle opere
esposte nella mostra Archaeology&ME. Il loro lavoro sarà
visibile nel museo all'interno dell'esposizione, aperta fino al
23 aprile, e in seguito nell'ambito del concorso internazionale
di mosaici PictorImaginarius "L'Arte del Mosaico", che si svolge
a Nazzano (Roma) il 27 e 28 maggio.
Archeologia e arte diventeranno così il tramite per un
dialogo a più voci. Persone provenienti da esperienze molto
diverse potranno raccontare e confrontare storie e tradizioni
culturali, creando un'opera collettiva. Storie solo
apparentemente molto distanti, dalle quali emergeranno anche
elementi comuni, partendo da una antica leggenda che ci parla
dell'oggi: quella di Enea. Colui che è ritenuto il fondatore del
più grande impero del Mediterraneo, altri non era se non un
profugo che fuggiva, assieme ai propri cari superstiti, da una
patria distrutta dalla guerra. Insomma l'archeologia come
testimone privilegiato di multiculturalità, contaminazione
culturale, inclusione sociale.
Lo dimostrano anche esperienze con migranti già realizzate in
alcuni musei europei, alle quali si richiama l'iniziativa
promossa dalle istituzioni curatrici della mostra
Archaeology&ME-la Soprintendenza Speciale per il Colosseo e
l'area archeologica centrale di Roma, il Museo Nazionale Romano
di Palazzo Massimo e l'Istituto Beni Culturali della Regione.
(ANSAmed).
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Archeologia: "Mosaico ponte culture", migranti come artisti
A Roma l'arte come occasione di inclusione e multiculturalità