(ANSAmed) - MILANO, 20 FEB - Favorivano l'immigrazione
irregolare e la permanenza illegale in Italia con documentazione
falsa per i permessi di soggiorno. E' l'accusa nei confronti di
171 indagati e 11 destinatari di misure cautelari nell'ambito di
un'inchiesta della procura di Monza.
Nella rete sono finiti un commercialista brianzolo, titolari
di ditte fittizie nelle quali assumere i cittadini stranieri e i
procacciatori di clienti. Le indagini hanno portato a scoprire
la documentazione di oltre 30 ditte false che hanno assunto più
di 1.500 dipendenti.
L'indagine è stata chiamata 'Idra' perché il ragioniere
55enne a capo dell'associazione 'tagliava la testa' alle società
fittizie appena aveva il sospetto che potessero essere scoperte.
Subito dopo ne creava altre in cui riversava i "dipendenti" per
permettergli di avere il permesso di soggiorno o il rinnovo.
"L'attività del gruppo è andata avanti dal 2007 al 2016", ha
detto il procuratore capo di Monza, Luisa Zanetti, stimando che
che il guadagno per il ragioniere sia stato di 2-3 milioni di
euro. Il prezzo per ottenere un finto lavoro, e quindi il
documento per restare in Italia, variava da 200 a 3.000 euro, a
seconda dell'ingenuità dello straniero e della sua disponibilità
economica. Una percentuale finiva ai procacciatori, sia italiani
sia stranieri.
La centrale operativa era lo studio commercialista del 55enne
a Sesto San Giovanni, dove lavorava con tre collaboratori (tutti
agli arresti domiciliari) per creare le società e fornire la
documentazione in 3-4 giorni. La base per avvicinare gli
stranieri, invece, era un phone center a Limbiate (Monza)
gestito da un italiano. Il reato di associazione a
delinquere è contestato a 42 persone (di cui 10 italiani)". Fra
gli arrestati, il ragioniere è in carcere, gli altri 10 ai
domiciliari". Si sospetta che il ragioniere abbia aperto
almeno 800 società, 30 quelle coinvolte nell'inchiesta.
(ANSAmed).
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Migranti: falsi permessi lavoro, 171 indagati in Lombardia
Ditte false per false assunzioni pagate fine a 3000 euro