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Gaza: in sala operatoria medici volontari da Italia

Da Pisa per interventi e per aggiornare i medici locali

Redazione Ansa

(di Sami al-Ajrami)

(ANSAmed) - GAZA, 23 GEN - C'era un'atmosfera emozionata oggi nell' 'Ospedale europeo di Gaza' a Khan Yunes mentre nelle sale operatorie due chirurghi giunti dall'Italia come volontari erano impegnati in una serie di interventi a catena per soccorrere pazienti adulti e bambini che altrimenti si sarebbero trovati privi di altre risorse. Non e' la prima volta che - su iniziativa del Ngo 'Pcrf' - il dottor Andrea Carrobi e il dottor Pietro Massei vengono da Pisa a Gaza per alcuni giorni sia per assistere pazienti sia per esporre i loro colleghi sul posto ad innovazioni mediche di cui potrebbero essere ignari a causa delle limitazioni negli spostamenti all'estero che gravano sugli abitanti della Striscia. Anche in questo caso l'arrivo dell'equipe straniera era atteso con ansia dalla popolazione locale che - almeno in questa zona - è pressochè priva di mezzi.

Nei tre giorni trascorsi a Gaza il dottor Massei ha operato 17 piccoli pazienti. ''Fra di loro vi erano bambini con malformazioni cranio-facciali - ha spiegato all'ANSA in una breve pausa, mentre il dottor Carrobi era impegnato in altri interventi - fra cui casi di quello che viene talvolta definito 'un labbro leporino', malformazioni alle mani ed anche ustioni''. Questi danni, in particolare, sembrano essere una conseguenza diretta dello stato di indigenza della popolazione locale che talvolta e' costretta a scaldare acqua in cucina con mezzi di fortuna: dunque un rischio in più a cui i bambini sono esposti. Altre operazioni hanno riguardato piccoli pazienti colpiti da schegge di bombe.

''Per tutti loro sarebbe stato impossibile risolvere il problema, se non fossero giunti chirurghi dall'estero'' ha osservato il dottor Massei. Indubbiamente a Gaza, ad esempio nell'ospedale Shifa - ha proseguito - operano chirurghi locali di buon livello: ma non sono in grado di assistere tutta la popolazione. ''In particolare nell'Ospedale europeo di Gaza non c'e' poi un team di chirurghi plastici. In assenza di volontari dall'estero - ha aggiunto - questi pazienti non verrebbero curati''. Dopo alcuni giorni molto intensi a Gaza i due medici italiani proseguiranno per Nablus (Cisgiordania), consapevoli di ''aver migliorato la qualità di vita'' dei loro pazienti. E di averli inoltre confortati con un gesto di solidarietà umana che ne' loro ne' i familiari potranno dimenticare. (ANSAmed).

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