(ANSAmed) - TUNISI, 15 DIC - La magistratura tunisina, a
seguito delle proteste delle associazioni a tutela dei diritti
delle donne e della presa di posizione ufficiale del ministero
tunisino della Donna, ha deciso di sospendere per il momento
l'autorizzazione del tribunale del Kef al matrimonio di una
13enne incinta con il suo violentatore, un cugino di 21 anni.
La decisione è stata presa in base alle disposizioni
derivanti dall'art. 227 bis del codice penale tunisino che
dispone che 'il matrimonio dell'autore della violenza sessuale
con la vittima dello stesso annulla il reato o gli effetti della
condanna'. Lo ha affermato il ministro della Giustizia di
Tunisi, Ghazi Jribi, alla radio locale Mosaique Fm.
Il caso ha suscitato un'ondata di sdegno nel Paese con
manifestazioni ieri davanti al Tribunale del Kef e al parlamento
del Bardo oltre che un acceso dibattito sui media. I giudici
hanno difeso la loro decisione affermando che la giovane "ha 13
anni e 11 mesi e non si può dire che tecnicamente sia stata
violentata. Abbiamo ritenuto che a quell'età, considerata la sua
maturità, la ragazza sia adatta al matrimonio. La prova sta nel
fatto che sia rimasta incinta. L'uomo è suo cugino e le due
famiglie hanno chiesto le nozze per evitare uno scandalo.
Abbiamo emesso la sentenza il primo dicembre e stipulato il
contratto matrimoniale il 5. Tutte le parti erano consenzienti",
ha dichiarato ai media il portavoce del tribunale, Chokri Mejri.
Le associazioni a tutela dei diritti delle donne e a
protezione dell'infanzia hanno promesso battaglia e si stanno
costituendo parte civile contro la sentenza del tribunale del
Kef chiedendo una sua revisione, ma soprattutto l'accelerazione
dell'iter di approvazione della legge contro la violenza e i
maltrattamenti sulle donne e per la parità di genere da lungo
tempo in attesa di essere discussa e votata in Parlamento.
(ANSAmed).
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Tunisia: giudice sospende autorizzazione nozze riparatrici
Decisione dopo proteste in caso 13enne violentata e incinta