(ANSAmed) - LUBIANA, 27 OTT - Con la presenza dei massimi
dirigenti politici e religiosi sloveni e croati sono stati
solennemente sepolti oggi nel parco memoriale di Maribor, in
Slovenia, i resti di quasi 800 vittime del regime comunista
jugoslavo, riesumante negli ultimi anni da una delle più grandi
fosse comuni risalenti alla fine della Seconda guerra mondiale
nei Balcani.
Si tratta molto probabilmente dei resti umani di soldati
sloveni e croati che fino all'ultimo continuarono a combattere a
fianco delle forze nazifasciste, restando fedeli ai regimi
collaborazionisti, in primo luogo a quello degli ustascia croati
di Ante Pavelic, ultimo devoto alleato di Hitler in Europa.
Nell'aprile e maggio del 1945, quando ormai la vittoria degli
Alleati era sigillata, e con loro dei partigiani antifascisti
del maresciallo Josip Broz Tito, gli eserciti collaborazionisti
e numerose formazioni militari filonaziste, tentarono una
massiccia ritirata in Austria, ma furono sconfitti e catturanti
in Slovenia. Si calcola che in segno di vendetta e ritorsione,
ma anche per eliminare possibili opposizioni interne alla presa
del potere comunista, decine di migliaia di questi soldati, e
probabilmente anche civili, furono sommariamente uccise. Fino ad
oggi solo in Slovenia sono state evidenziate 620 fosse comuni di
vittime del regime comunista risalenti al 1945.
I resti sepolti oggi sono stati riesumanti nel 2009 dalla
miniera abbandonata a Huda Jama, villaggio a metà strada tra
Lubiana e Zagabria. Secondo le stime la cava contiene tre mila
resti umani ed è una delle più grandi in Slovenia. Dopo la
caduta del comunismo in Jugoslavia, nessuno è mai stato
processato per questi crimini. Inoltre, le interpretazioni
storiche di questa spirale di eventi continuano ancora a
dividere esperti e l'opinione pubblica. (ANSAmed).
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Slovenia: sepolte 800 vittime regime comunista jugoslavo
A Maribor sepoltura di soldati e civili uccisi nel 1945