(ANSAmed) - ROMA, 29 AGO - "L'ultima battaglia di Sirte è
cominciata": l'enfatico annuncio viene dato dalle truppe e
milizie leali al Governo di unità nazionale (Gna) di Fayez Al
Sarraj, che affermano che circa 1.000 uomini stanno dando
l'assalto agli ultimi due quartieri dove i jihadisti sono ancora
asserragliati, con il favore dei raid aerei alleati.
"Le nostre forze sono entrate negli ultimi due quartieri di
Daesh (acronimo arabo dell'Isis) a Sirte, ha dichiarato il
portavoce delle forze che appoggiano Sarraj, Reda Issa, citato
da vari media internazionali.
Fonti mediche rivelano che a terra sono rimasti già almeno 28
miliziani lealisti morti e 180 feriti, mentre un fotografo
dell'Afp, citato da vari media, descrive "violenti combattimenti
nelle strade" e l'avvistamento di cadaveri anche di miliziani
del sedicente Califfato.
La caduta di Sirte, in posizione mediana lungo la costa
libica fra Tripoli e Bengasi, rappresenterebbe per l'Isis un
grave smacco strategico, oltre che propagandistico. Dopo averne
preso il controllo nel giugno 2015, gli uomini di Al Baghdadi
avevano infatti vantato di avere stabilmente messo piede in
Libia, lontano dal loro "territorio metropolitano" in Siria e
Iraq, e di volerlo usare come trampolino di lancio per estendere
la jihad globale verso l'Europa. Ma la battaglia per Sirte non è
finita.
L'offensiva iniziata il 12 maggio, ha ripreso vigore
nelle ultime settimane grazie ai raid aerei di Stati Uniti e
alleati, ma finora i circa 5.000 combattenti dell'Isis stimati
hanno opposto una strenua resistenza, anche se con forze sempre
più ridotte, anche con l'uso di cecchini, di trappole, di mine e
di attacchi suicidi. Issa ha spiegato ai media che oggi i carri
delle forze filo-Sarraj - formate da milizie formate ai tempi
della rivolta contro Gheddafi che hanno rifiutato di deporre le
armi - hanno colpito e distrutto un'autobomba "prima che potesse
raggiungere le nostre forze".
Le forze lealiste libiche affermano che finora agli uomini
del Califfo arroccati a Sirte è stata preclusa la via di fuga
via mare e che la marina di Tripoli. E proprio ad alcuni giorni
fa - al 17 agosto - risale un episodio che di questo conflitto è
un piccolo corollario: il misterioso attacco alla nave di
soccorso in mare 'Bourbon Argos' di Medici senza frontiere (Msf)
denunciato e condannato dall'ong. Oggi la marina militare libica
ha ammesso di aver sparato dei colpi di avvertimento
all'imbarcazione, che non si era identificata, negando però che
suoi uomini fossero saliti a bordo, come sostenuto da Msf.
(ANSAmed).
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Libia, 'battaglia finale contro Isis a Sirte è iniziata'
Lealisti, attaccati ultimi quartieri jihadisti anche dal cielo