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Ue propone estendere controlli per 5 Paesi Schengen

Non c'è Brennero. Chi non accoglie rifugiati, pagherà 'multa'

Cartello di confine al Brennero (Foto: Stefan Wallisch)

Redazione Ansa

BRUXELLES - La Commissione Ue presenta una raccomandazione al Consiglio Ue, sulla base di un articolo del Codice Schengen mai usato prima per permettere a Austria, Germania, Danimarca, Svezia e Norvegia di estendere i controlli temporanei alle frontiere interne fino ad un massimo di sei mesi, ma solo per confini specifici. L'iniziativa è strettamente legata alle carenze persistenti nella gestione greca delle frontiere esterne, e proprio per questo, ad esempio, tra i confini che saranno oggetto dei 'check' non figura il Brennero.In particolare, per la Germania riguarda i confini con l'Austria, per l'Austria quelli con Ungheria e Slovenia. L'iniziativa è stata presentata dal vicepresidente vicario della Commissione Ue Frans Timmermans e dal commissario europeo alla Migrazione Dimitris Avramopoulos. "Siamo ancora di fronte a difficoltà alle frontiere esterne" gestite dalla Grecia e su questa base proponiamo questa "proposta temporanea", che è un "passo intermedio" per tornare al normale funzionamento di Schengen entro l'anno come previsto dalla nostra roadmap.

Chi non accoglie, pagherà 250mila euro a profugo

- La proposta della Commissione Ue per riformare Dublino, pur lasciando la responsabilità per il trattamento delle richieste di asilo al primo Paese di ingresso, prevede un meccanismo di assegnazione correttivo, "un meccanismo di equità", e la possibilità di evitare di partecipare al ricollocamento col versamento di un "contributo di solidarietà" da 250mila euro per profugo non accolto.
Nel pacchetto di misure presentato da Bruxelles c'è anche il rafforzamento del sistema della banca dati Eurodac e la creazione di un'agenzia Ue per l'asilo, proprio per il sostegno e l'attuazione del nuovo sistema di Dublino. * Il nuovo sistema stabilirà automaticamente quando un Paese si trova a trattare un numero sproporzionato di richieste d'asilo. La "quota di riferimento" sarà calcolata per il 50% sul Pil e l'altro 50% sulla popolazione. Se uno Stato accoglie un numero sproporzionato di persone, oltre il 150% della "quota di riferimento", tutti i nuovi richiedenti asilo - di qualsiasi nazionalità - dopo una verifica dell'ammissibilità della domanda presentata, saranno ricollocati in Ue, finché il numero di domande non sarà ridisceso sotto il livello.
* Uno Stato membro potrà evitare di partecipare temporaneamente al ricollocamento. In tal caso, dovrà versare un contributo di solidarietà di 250.000 euro allo Stato in cui è ricollocato il richiedente del quale sarebbe stato responsabile.
* Il "meccanismo di equità" terrà conto anche degli sforzi compiuti da uno Stato membro per reinsediare persone bisognose di protezione internazionale direttamente da un Paese terzo.
* Il sistema prevede tempi più brevi per l'invio delle richieste di trasferimento, per le risposte e per l'esecuzione dei trasferimenti dei richiedenti asilo. Inoltre scoraggia abusi e movimenti secondari con obblighi giuridici più chiari per i richiedenti asilo, compreso il dovere di restare nello Stato membro competente per la richiesta, limiti geografici alla fornitura di benefici materiali legati all'accoglienza e conseguenze proporzionate in caso di violazioni.
* Le norme proteggono gli interessi dei richiedenti asilo con maggiori garanzie per i minori non accompagnati e un ampliamento equilibrato della definizione di familiari.
* Regno Unito, Irlanda (sistema opt in) e Danimarca (opt out) non sono tenuti a prendere parte al sistema

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