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Protesta profughi e migranti a Idomeni, in due si danno fuoco

Onu si ferma in hotspot greci, ormai come 'centri detenzione'

Redazione Ansa

ROMA -  La drammatica condizione dei migranti accampati presso Idomeni, al confine tra Grecia e Macedonia, ha spinto oggi un gruppo di loro a inscenare una protesta culminata con il gesto estremo di due dimostranti che si sono dati fuoco al grido di 'Siamo disposti a morire qui piuttosto che tornare indietro'.

Portati in ospedale, le loro condizioni non sono risultate gravi. Ma la situazione delle circa 12.000 persone della tendopoli resta terribile, con la maggior parte di loro che non ha accolto l'appello delle autorità greche per un trasferimento in una struttura più organizzata eretta poco distante dall'esercito.

Idomeni c'è anche chi ha la forza di essere solidale con Bruxelles colpita dal terrorismo: è il bimbo, immortalato in una foto che ha fatto il giro del mondo, che innalza un cartello con la scritta 'sorry for Brussels', mi dispiace per Bruxelles.

Intanto l'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr) ha annunciato oggi di aver sospeso alcune attività presso gli 'hotspot' per migranti e rifugiati in Grecia, poiché dopo l'accordo tra Unione europea e Turchia, sono diventati luoghi di detenzione. Un orientamento condivisio anche da Save the Children, che sta valutando se interrompere anche la sua attività in quei centri. 

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