(ANSAmed) - ROMA, 12 OTT - "Quasi tutti i giorni c'era
qualcuno che entrava nella mia prigione e mi domandava 'chi
siete?'. Io rispondevo: 'sono nazareno, cioè cristiano'. 'Allora
sei un infedele', gridavano. 'E visto che sei un infedele se non
ti converti ti sgozzeremo con un coltello'. Ma io non ho mai
firmato l'atto di abiura del cristianesimo". Così il sacerdote
siro-cattolico Jacques Murad, in un'intervista a Tv2000, ha
raccontato alcuni particolari della sua prigionia in Siria
durata circa 5 mesi. Padre Murad, priore del monastero di Mar
Elian, in Siria, era stato rapito nel maggio scorso nei pressi
del luogo di culto distrutto ad agosto dall'Isis.
Il priore ha ricordato che era stato "prelevato il 21 maggio
dal monastero di Mar Elian da alcune persone armate che mi hanno
catturato insieme a un altro giovane. Erano di un gruppo del
Daesh, cioè l'Isis, proveniente dalla città di Al Qariatayn. Per
i primi quattro giorni siamo rimasti sulle montagne, chiusi in
una macchina del monastero su cui ci avevano portato via. Poi
siamo stati condotti a Raqqa e laggiù siamo stati tre mesi in
una prigione vicino alla città. Finché l'11 agosto siamo stati
condotti nei pressi di Palmira, dove sono prigionieri altri 250
cristiani della città di Al Qariatayn".
Padre Murad ha rivelato, inoltre, alcuni dettagli della sua
liberazione: "Mi sono camuffato per lasciare Al Qariatayn e sono
fuggito su una moto con l'aiuto di un amico musulmano. Ma adesso
sto lavorando con un prete ortodosso e altri amici beduini e
musulmani per far uscire gli altri 200 cristiani ancora
prigionieri. Proprio oggi, ad esempio sono potuti scappare altri
40 cristiani". "Voglio ringraziare tutti quelli che - ha
concluso padre Mourad - hanno pregato per la mia liberazione. E'
un miracolo che un prete sia stato liberato dalle mani
dell'Isis". (ANSAmed).
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