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Immigrazione in paesi Ue minore di quelli MO, studio Cnr

Dal 2010 Libano al 21 per mille,Italia e Spagna al 3 per mille

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Redazione Ansa

(ANSAmed) - Napoli, 3 set - Negli ultimi cinque anni paesi come il Libano hanno registrato un tasso immigratorio del 21 per mille, mentre Paesi come Italia, Spagna, Grecia e Francia hanno registrato un massimo del 3 per mille. È quanto emerge dal capitolo dedicato all'analisi delle variazioni demografiche regionali, del 'Rapporto sulle economie del Mediterraneo', curato da Eugenia Ferragina dell'Istituto di studi sulle società del Mediterraneo del Consiglio nazionale delle ricerche (Issm-Cnr) di Napoli, la cui decima edizione è in prossima uscita per il Mulino.

Secondo il Rapporto nel quinquennio 2010-2015 il maggiore tasso immigratorio (il dato che indica la quantità di stranieri trasferitisi permanentemente in un Paese durante il periodo di riferimento) è quello del Libano, seguito da Giordania e Cipro (rispettivamente 11 e 6): valori notevolmente superiore a quelli registrati da Italia, Grecia, Spagna e Francia. "Considerata la situazione precedente al 2010, però, i quattro Paesi Ue del Mediterraneo - osserva Eugenia Ferragina - contano una quota di immigrati di origine terzomondiale vicina alla soglia del 10 per cento, uniformandosi sempre più ai livelli che caratterizzano oramai da decenni altri Paesi dell'Unione di consolidata tradizione immigratoria come Germania, Belgio e Olanda".

Nel capitolo dedicato all'analisi delle variazioni demografiche regionali, il Rapporto curato dall'Issm-Cnr evidenzia come nel 2010-15 in Siria e Libia, aree interessate da conflitti e da una forte instabilità politica, i tassi di emigrazione abbiano raggiunto rispettivamente il 14 e l'8 per mille, cioè quote paragonabili a quelle raggiunte dall'emigrazione da Bosnia Erzegovina, Croazia e Albania nel 1990-95, durante la guerra dei Balcani e la caduta dei regimi nell'area (rispettivamente 51, 4 e 23 per mille). Guardando al futuro attraverso la storia degli ultimi 50 anni, nel rapporto Luigi di Comite e Stefania Girone dell'Università di Bari rilevano che "Nei prossimi anni, ipotizzano infine i due ricercatori, l'incremento della popolazione straniera "potrebbe cominciare a interessare anche qualche Paese mediterraneo non europeo, come a esempio la Tunisia. (ANSAmed).

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