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Libia: raid aerei a Sirte. Isis giustizia quattro persone

A Bengasi scontri esercito-miliziani, Haftar prepara offensiva

Parata dell'Isis vicino a Sirte, Libia

Redazione Ansa

(di Giuseppe Maria Laudani)

IL CAIRO - Il terrore regna a Sirte. Caccia militari hanno bombardato questa mattina postazioni dell'Isis con un numero imprecisato di vittime. Nelle stesse ore, mentre un centinaio di migranti venivano soccorsi nel Canale di Sicilia, i jihadisti hanno giustiziato quattro persone ed esposto al pubblico il corpo crocifisso di una delle vittime.

La brutalità messa in atto dai tagliagole fedeli al Califfo è stata documentata in un video, pubblicato anche questa volta sul web. Tre africani sono stati sgozzati e i loro corpi gettati in una discarica. La quarta persona è un esponente di Fajr Libya, milizia che detiene il potere a Tripoli. L'uomo vestito con una tuta arancione è stato legato ad una croce. Poi il supplizio: il boia gli ha scaricato una mitragliata sul volto e il suo corpo è stato esposto al pubblico a scopo di avvertimento per gli abitanti. Colpevole, secondo gli aguzzini, di essere una spia.

Un episodio che fa seguito alla decapitazione e crocifissione compiuta dai fondamentalisti a metà agosto nei confronti di 12 miliziani salafiti libici impegnati a cacciare i jihadisti. Una ferocia che si consuma quando Sirte viene pesantemente bombardata da raid aerei, compiuti da caccia non identificati e che secondo testimonianze avrebbero causato numerosi morti e feriti. Informazioni al momento non confermabili da fonti giornalistiche indipendenti.

Ma oltre a Sirte le violenze si susseguono a Bengasi dove proseguono gli scontri tra l'esercito e la Shura dei rivoluzionari. Un bagno di sangue che il generale Khalifa Haftar intende fermare, annunciando un'offensiva contro l'Isis. Il "livello di preparazione sul campo delle forze armate è buono - ha detto il comandante delle forze armate di Tobruk, il cui governo è riconosciuto internazionalmente -, abbiamo armi a sufficienza, ma se ne avessimo di più saremmo più forti". La campagna militare di Tobruk è mirata a cacciare lo Stato Islamico dalle zone costiere, regioni che rivestono un'importanza strategica dal punto di vista militare ed economico, per i commerci illegali di armi e per la presenza dei trafficanti di esseri umani. I terroristi hanno approfittato degli scontri tra l'esercito e le milizie per estendere la loro sfera di influenza e conquistare vaste porzioni di territorio.

In questo modo lo Stato Islamico ha preso il controllo di alcuni quartieri periferici a Derna, scontrandosi con i militari e la Shura dei mujaheddin, coalizione di milizie islamiche legate ad al Qaida. Ma gli estremisti sono riusciti ad estendere il loro raggio di azione anche vicino Bengasi, per poi spostarsi a ovest a Sabratha, mentre a est hanno issato bandiere nere a Harawa, sulla strada verso i terminal petroliferi. E poi c'è Sirte, la città, che diede i natali a Muammar Gheddafi, recentemente promossa 'capitale' libica dell'Isis, dove è stato instaurato un "emirato" con Corti islamiche della Sharia e i tagliagole vi compiono mostruosità di ogni tipo. L'aggravarsi della crisi libica preoccupa le cancellerie europee e mondiali. Paolo Gentiloni ha avuto nuovi colloqui sulle prospettive di una soluzione. Nel corso di una telefonata con Bernardino Leon, il ministro ha confermato il pieno sostegno agli sforzi dell'inviato Onu, ribadendo l'auspicio che il negoziato possa chiudersi positivamente in tempi rapidi.

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