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Onu: record sbarchi Mediterraneo, per lo più rifugiati

137mila migranti, quasi raddoppiati primi 6 mesi anno

Un gruppo di rifugiati a Roma

Redazione Ansa

(di Silvana Bassetti)

GINEVRA - Mai cosi' tanti migranti e rifugiati avevano attraversato il Mediterraneo per giungere in Europa: nei soli primi sei mesi dell'anno, il totale ha infatti raggiunto la cifra record di 137mila persone, la stragrande maggioranza delle quali in fuga da guerre, conflitti o persecuzioni e in cerca di protezione. E' quanto afferma un nuovo rapporto reso noto oggi a Ginevra dall'Alto commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr). La crisi nel Mediterraneo, di "proporzioni storiche", è di conseguenza soprattutto una crisi di rifugiati, sottolinea l'organizzazione. I dati ricevuti da Grecia, Italia, Malta e Spagna mostrano un aumento dell'83% del numero di rifugiati e migranti che hanno attraversato il Mediterraneo da gennaio a giugno (nello stesso periodo del 2014 erano 75mila), scrive l'Unhcr. Ma il rapporto precisa soprattutto che circa un terzo degli uomini, donne e bambini che sono arrivati via mare in Italia o in Grecia provenivano dalla Siria, paese i cui cittadini sono quasi universalmente considerati rifugiati o beneficiari di altre forme di protezione. Il secondo e terzo dei principali paesi di provenienza sono l'Afghanistan e l'Eritrea. Anche in questo caso si tratta principalmente di potenziali rifugiati. Il rapporto mostra che la rotta del Mediterraneo orientale, dalla Turchia verso la Grecia, ha ormai superato quella del Mediterraneo centrale (dal nord Africa verso l'Italia) come la principale fonte di arrivi via mare e che la maggior parte delle persone che arrivano in Grecia sono rifugiati siriani, molti dei quali erano in precedenza fuggiti nei paesi confinanti, come la Turchia e il Libano.

L'Unhcr si sofferma anche sul drammatico numero di morti in mare. Tra gennaio e marzo, 479 rifugiati e migranti sono annegati o scomparsi in mare (15 nei primi tre mesi del 2014) e in aprile il dato ha raggiunto il record di 1.308 vittime (42 nell'aprile 2014). In maggio, il numero è sceso a 68 (226) e la tendenza al ribasso è continuata in giugno, con 12 morti (305). Si tratta di un calo "incoraggiante" e di "un segno che con la giusta politica, sostenuta da una risposta operativa efficace, è possibile salvare più vite in mare", ha osservato l'Alto commissario Onu per i rifugiati Antonio Guterres. "Ma dobbiamo restare vigili". E poiché solitamente gli attraversamenti aumentano nella seconda metà dell'anno, in particolare durante i mesi estivi, è logico aspettarsi che i numeri continuino a salire. Per Guterres, l'Europa ha una "chiara responsabilità" di aiutare coloro che cercano protezione da guerre e persecuzioni. "Negare questa responsabilità equivale a minacciare le fondamenta stesse del sistema umanitario che l'Europa ha lavorato così duramente per costruire. I paesi europei devono fare la loro parte per rispondere alla crisi dei rifugiati, in patria e all'estero".

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