(dall'inviato Patrizio Nissirio)
(ANSAmed) - ATENE, 30 GIU - Nel giorno più lungo per la
Grecia - l'ennesimo di questa crisi interminabile - le immagini
e le parole sono quelle dei pensionati in fila ai bancomat per
ritirare i 60 euro consentiti in questa settimana di chiusura
delle banche: "Come in tempo di guerra, o ai tempi del colpo di
stato", dice uno di loro, dipingendo bene l'atmosfera pesante
che si respira ad Atene in queste ore convulse di incerte
trattative con l'Europa, con i soldi che mancano.
Sulla centrale via Mihalakopoulou, un distributore di
contante della Piraeus Bank non ha neanche un cliente davanti,
ma a pochi metri, davanti al bancomat della National Bank of
Greece, ci sono almeno una ventina di persone. Sono soprattutto
anziani. Confusi, preoccupati ed arrabbiati. "Ci hanno detto che
domani potremo ritirare 120 euro, ma poi hanno spiegato che è
così solo per chi non ha una carta, e che può ritirare solo allo
sportello. Dicevano che avrebbero riaperto alcune banche oggi,
invece è domani. Non ci capisco più niente. Spero solo che tutto
questo finisca presto", dice sconsolato un signore con i capelli
bianchi ma con i baffi nerissimi.
"Sono furiosa - grida una signora che si presenta come Maria
- Ho lavorato 35 anni, ho 65 anni, e ora non posso prendere i
miei soldi! Ladri! Sono dei ladri e basta!".
"Che c'è da dire? Sembra essere tornati ai tempi della guerra
o del colpo di stato dei Colonnelli - spiega un altro anziano -
Mi sembra di vivere in un brutto sogno. E proprio quando pensavo
di potermi fare una vecchiaia tranquilla, dopo tanti anni di
lavoro. Di godermi i nipoti. Invece tutto questo doveva
capitare. Questo Paese non ha mai pace, mai".
Dalle finestre aperte sul caldo estivo arriva il sottofondo
concitato delle dirette tv infinite: tutti i principali canali -
Mega, Alpha, Skai, Ert, Ant1 - seguono praticamente senza
interruzioni gli sviluppi della crisi con il nuovo tentativo di
accordo tra Atene e l'Eurogruppo. "Vorrei che arrivasse il
giorno in cui non dobbiamo stare incollati alla televisione per
scoprire qual è la nuova emergenza o il nuovo ultimatum da
affrontare", sospira Argiroula, regista teatrale che vive tra
Italia e Grecia. "A me, come a tutti i greci,
piacerebbe molto occuparci delle cose normali, come un nuovo
progetto, viaggi. E' molto difficile vivere normalmente in
questa situazione".
E la chiusura delle banche, accompagnata dall'assoluta
incertezza su cosa accadrà in questi giorni e soprattutto dopo
il referendum di domenica, inizia a mordere nel vivo la società
ellenica: gli ex lavoratori autonomi in pensione domani non
riceveranno il pagamento mensile per intero bensì solo la metà,
in quanto il loro fondo previdenziale (Oaee) non è stato in
grado di raccogliere i necessari 272 milioni di euro a causa
della chiusura degli istituti di credito (che domani apriranno
ma solo in alcuni e casi e solo per i pensionati).
Western Union, la più grande società di trasferimento di
denaro del mondo, ha annunciato che i propri uffici in Grecia,
chiusi già da ieri, lo resteranno ancora per almeno una
settimana a causa delle restrizioni imposte dal governo a tutto
il settore finanziario. Chiusi anche i tribunali della Grecia da
oggi fino all'8 luglio. La decisione è stata presa perché
saranno necessari ufficiali giudiziari per monitorare il
referendum.
E c'è chi si prepara a una moneta alternativa che non è la
dracma: secondo il sito Neos Kosmos, dieci volte più greci del
solito si stanno registrando da un paio di mesi presso la
società tedesca Bitcoin.de per acquistare valuta
elettronica.(ANSAmed).
Leggi l'articolo completo su ANSA.it
Grecia col fiato sospeso, 'siamo come in guerra'
Tribunali chiusi, file ai bancomat, dirette infinite in tv