(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 25 GIU - Davanti al ripetersi di episodi di
xenofobia, in una città cosmopolita come Tangeri, ci sarebbe da
chiedersi cosa ne pensano i milioni di marocchini della
diaspora, quelli che hanno lasciato il loro Paese andando a
caccia di un futuro migliore e confidando nell'accoglienza. Ma
tant'è ed oggi Tangeri sta vivendo un periodo molto oscuro dalla
sua storia, caratterizzato dal ciclico esplodere di atti di
violenza contro chi non è marocchino e che chiede soltanto di
potere lavorare ed essere lasciato in pace.
Ma non è così facile perchè ormai in alcuni quartieri della
città, come quello di Boukhalef, la quotidianità parla di
scontri tra marocchini e stranieri che, dopo avere subito
attacchi e violenze, hanno deciso di rispondere, innescando in
questo modo una sequenza di rappresaglie che rendono il clima
ancora più esplosivo.
Gli abitanti marocchini del quartiere ormai non si limitano a
pestaggi, ma cercano di dare una parvenza di condivisione
generale alle loro idee, scendendo in strada con manifestazioni
pubbliche il cui solo, chiaro, inequivocabile obiettivo è quello
di scacciare da case e strade gli stranieri. Poco importa se
magari vivono e lavorano nel Regno da anni ed abbiano creato
famiglie e attività di lavoro. In base ad un distorto senso
della legalità, chiedono che gli stranieri mostrino un contratto
di locazione regolarmente registrato. In caso contrario, via.
Ma è solo una scusa perchè l'odio della gente di Boukhalef
sembra canalizzarsi essenzialmente sugli immigrati dei Paesi
della fascia subsahariana. Insomma, per loro non importa chi
sei, che cosa fai e se sei in regola: se hai la pelle nera devi
andare via dal quartiere.
E' anche per questo che, in una recente manifestazione di
immigrati neri a Tangeri, molti esponevano cartelli in cui era
scritto che ''l'integrazione in Marocco è solo un'utopia''.
Una situazione esplosiva che nasconde tanti casi personali,
di marocchini che cercano vendette personali contro immigrati,
magari più ricchi di loro, oppure che vogliono approfittare
della situazione di anarchia per impossessarsi di abitazioni,
dopo averne sfrattato gli inquilini di pelle nera.
Gli immigrati, oltre chi li attacca e scatena contro di loro
sassaiole, hanno un bersaglio preciso: la polizia che, dicono,
più che assente in queste vicenda appare connivente con gli
xenofobi. Dal 21 giugno la situazione sembra precipitare e ormai
in molti temono che la faccenda abbia imboccato una strada da
cui non si può tornare indietro. A meno che il Governo faccia la
sua parte e usi il pugno di ferro, senza distinzione di
nazionalità e razza. (ANSAmed).
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Marocco: a Tangeri esplode la xenofobia, caccia al nero
Immigrati accusano polizia, assente mente ci massacrano