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Turchia: Taksim blindata, in migliaia per anniversario Gezi

Manifestazioni a due anni da proteste, fermato un reporter

Un manifestante a Gezi Park (archivio)

Redazione Ansa

(di Cristoforo Spinella)

In migliaia per ricordare i giorni di Gezi nonostante una città blindata. Nel secondo anniversario delle proteste contro il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, Istanbul si è svegliata di nuovo in regime d'emergenza, con Gezi Park isolato e tutte le vie di accesso a piazza Taksim bloccate dalla polizia.
Come il Primo Maggio, le autorità hanno deciso di chiudere la piazza simbolo delle manifestazioni di due anni fa, iniziate dalla protesta di un gruppo di ambientalisti contro la distruzione del parco per far posto a un centro commerciale fino a coinvolgere oltre tre milioni di persone. Così il raduno annunciato da diversi giorni dalla Piattaforma per la Solidarietà di Taksim è stato impedito.
Ma nonostante mezzi pubblici fermi e strade chiuse dalle nove di questa mattina e la polizia schierata in assetto antisommossa, in migliaia hanno manifestato in diversi punti della città. Un gruppo di circa 250 persone, di cui facevano parte anche alcuni deputati di opposizione, ha cercato di arrivare a Taksim per portare dei garofani in memoria delle sette vittime delle proteste ma è stato fermato dalla polizia senza incidenti su viale Istiklal, la grande arteria pedonale che conduce a Taksim. Tra loro c'era anche Gulsum Elvan, la madre del 15enne Berkin, colpito alla testa da un lacrimogeno lanciato dalla polizia e morto dopo 9 mesi di coma. Si sono invece svolti regolarmente, anche se sotto la sorveglianza della polizia, gli altri due raduni previsti sulle sponde europea e asiatica in altri parchi simbolo delle iniziative di Gezi. Ma le polemiche esplodono ancora una volta per il pugno duro contro la stampa. In mattinata un reporter del quotidiano anti-governativo Zaman, Emre Sencan, è stato fermato e colpito dalla polizia mentre faceva delle foto a Taksim. Un episodio duramente condannato dall'Unione dei giornalisti turchi, che ha ricordato come "150 membri dei media sono stati vittime della violenza della polizia durante le proteste di Gezi ma le accuse su tutti quei casi sono state fatte cadere".

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