(ANSAmed) - CATANIA, 21 APR - Più motovedette e più aerei per
cercare di evitare nuovi morti ma anche per fermare le navi
madri, utilizzate per 'smistare' i migranti sui gommoni poi
diretti in Italia: la Guardia di Finanza ha rafforzato il
dispositivo nel canale di Sicilia, in modo da incrementare
l'attività di polizia in mare.
Ai mezzi già schierati a Lampedusa e nella Sicilia orientale
si aggiungeranno infatti altrI tre pattugliatori, navi più
grandi rispetto alle motovedette, e un aereo, che farà base a
Lampedusa. Tutti i mezzi, che andranno ad operare nella fascia
tra Lampedusa e la Libia - quella da dove partono la maggior
parte delle richieste di soccorso da parte dei migranti -
opereranno con il coordinamento delle navi e degli aerei di
Frontex, impegnati nella missione Triton.
"Stiamo mettendo in campo uno sforzo operativo importante -
dice il comandante del centro operativo aereonavale della
Guardia di Finanza, il generale Antonino Iraso - che ha
l'obiettivo di rintracciare e fermare gli scafisti a bordo dei
barconi e assicurarli alla giustizia". Un intervento, prosegue,
che va ad inserirsi "in un'ottica più ampia che prevede, da un
lato, il pattugliamento delle acque internazionali, per tutelare
gli interessi italiani, e dall'altro i controlli sui pescherecci
libici e nordafricani, sempre nel rispetto delle norme del
diritto internazionale". Questo perché si è già verificato,
anche recentemente, che i pescherecci anziché svolgere attività
di pesca fossero in mare per "supportare la navigazione dei
barconi e dei gommoni diretti verso l'Italia".
Ma in caso di situazioni a rischio, come quelle capitate nei
mesi scorsi quando dei trafficanti hanno sparato in direzione
dei mezzi di soccorso italiani per riprendersi i barconi, come
reagirà la Guardia di Finanza? "Le regole d'ingaggio - spiega il
generale Iraso - sono quelle del diritto internazionale, non ci
sono specifiche diverse: se c'è una minaccia o un'offesa ad
imbarcazioni italiane, le unità sono pronte a reagire, con la
necessaria e dovuta gradualità e proporzionalità, sempre nel
rispetto delle normative internazionale". In sostanza, prosegue,
"saranno fatte tutte quelle operazioni finalizzate ad impedire"
che i trafficanti, "possano riappropriarsi dei barconi". Si
tratta di procedure, tra l'altro, che non sono nuove per la
Finanza in quanto, conclude il generale Iraso, "sono le stesse
modalità operative che vengono svolte nel corso delle operazioni
contro i trafficanti di droga". (ANSAmed).
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Naufragio: Gdf aumenta controlli in canale Sicilia
Più mezzi e aerei per attività di polizia contro scafisti