(di Rodolfo Calò)
(ANSAmed) - IL CAIRO, 26 GEN - Punta a crescere fra le due e
le quattro volte sulla costa sud del Mediterraneo il progetto
dei "Mille orti in Africa" lanciato da Slow Food nel continente
africano. E' quanto è emerso da una presentazione del progetto
svoltasi la settimana scorsa al Cairo.
Il progetto, come sintetizza il sito dell'iniziativa, punta a
realizzare orti "buoni, puliti e giusti nelle scuole e nei
villaggi africani" per "garantire alle comunità cibo fresco e
sano, ma anche formare una rete di persone "consapevoli del
valore della propria terra e della propria cultura".
Le aspettative per il 2015 sono di un passaggio da 19 a 40
orti in Tunisia, da 26 a 95 in Marocco e da 18 a 88 in Egitto,
riporta una cartina mostrata da Sara El Sayed, presidente del
Convivium del Cairo e membro del Consiglio di Slow Food
International.
L'iniziativa della Fondazione Slow Food per la Biodiversità,
partita nel 2012 e concentrata soprattutto nell'Africa
orientale, ha raggiunto 1.410 unità, superando il suo obiettivo
originario di 1.000 orti, ha ricordato la responsabile, e
quest'anno punta ad affiancare un quarto paese mediterraneo:
l'Algeria, con cinque orti.
In Egitto, gli orti realizzati sono concentrati in
maggioranza (13) nell'area del Cairo e 6 sono a Fayoum, circa
130 chilometri a sud-ovest, ha precisato El Sayed alla
conferenza svoltasi presso l'Istituto Italiano di Cultura della
capitale egiziana e organizzata dal Coordinatore nazionale di
Slow Food per l'Egitto, Diego Giuffrè.
"L'idea è quella di promuovere un concetto di orti molto
piccoli, che possono essere gestiti da scuole, da una comunità,
da una famiglia" rispettando "una certa etica", ha ricordato la
responsabile co-fondatrice di Nawaya, ong che opera nel settore
dello sviluppo rurale e maggiore partner di Slow Food in Egitto.
El Sayed ha citato fra l'altro principi quali l'integrazione con
l'ambiente circostante, la dimensione ridotta, la biodiversità
locale ad esempio nell'uso dei semi, i metodi di coltivazione
sostenibile quali il risparmio dell'acqua. Ci sono purtroppo
anche resistenze legate alla bassa considerazione sociale che
spesso e ingiustamente accompagna un lavoro in cui ci si sporca
le mani come quello dell'ortolano, ha sempre constatato la
presidente del Convivium cairota, citando anche altri problemi
come la perdita di conoscenze tradizionali di coltivazione. Ma
la "realtà più dura", ha detto ancora, è "ottenere le
autorizzazioni" e regolare le dispute che nascono quando si
tratta di stabilire chi debba guadagnare dai frutti degli orti
gestiti in comunità.
All'incontro è stata anche presentata la bozza con le
attività per la partecipazione all'Expo di Milano 2015 della
delegazione egiziana. Sottolineando il tema dell'Expo, "Nutrire
il Pianeta Energia per la Vita", Giuffrè ha ricordato ad ANSAmed
che Slow Food parteciperà "in prima linea" nella promozione di
valori nutrizionali adeguati ed in sintonia con uno sviluppo
sostenibile delle comunità locali, nella salvaguardia della
biodiversità.(ANSAmed).
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"Mille orti in Africa" si fa in quattro sul Mediterraneo
Presentate al Cairo aspettative 2015 in Paesi riva sud