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Islam: web e tv moltiplicano e distorcono l'uso della fatwa

25 anni fa Khomeini su Rushdie; oggi imam estremisti e jihadisti

Redazione Ansa

(di Diego Minuti) (ANSAmed) - ROMA, 12 DIC - Sono ormai trascorsi 25 anni da quando la parola araba "fatwa" fece il suo deflagrante ingresso nel lessico quotidiano occidentale. Fu quando Ruollah Khomeini emise nei confronti dello scrittore indiamo Salman Rushdie, autore del controverso libro "Versetti satanici", una fatwa che, da parere giuridico, per bocca dell'anziano religioso sciita divenne una sentenza di morte da eseguire a tutti i costi.

Rushdie pagò quella fatwa con l'esilio in Gran Bretagna - che è ancora in vigore: nel 2008 è stata reiterata - e con una vita blindata. Un fio, attutito da una notorietà mondiale, meno esiziale di quello che subì nel 1991 il suo traduttore giapponese, Hitoshi Garashi, ucciso da un fanatico nella sua stanza dell'Università di Tsukuba, e al quale scampò quello italiano, Ettore Capriolo, accoltellato nel suo studio da un uomo che voleva estorcergli l'indirizzo di Rushdie.

Nel tempo di fatwa (o "fatawi" al plurale) s'è sentito parlare con minore timore, ma negli ultimi anni questo tipo di ammonimento ha ripreso vigore grazie ai nuovi strumenti di comunicazione che ne favoriscono la diffusione. Da quando i canali satellitari e la Rete agiscono come moltiplicatori di opinioni e in assenza di un filtro degno di tale nome, nell'arena mediatica si sono affacciati in numero crescente predicatori islamici (spesso di ispirazione wahabita) che nei loro sermoni prendendo di mira singoli personaggi, solo perchè non ne condividono le idee, facendone oggetto di una fatwa che viene lanciata nell'etere, pronta a essere raccolta dal primo fanatico di turno.

Predicatori e imam estremisti che dimenticano la natura stessa della fatwa ("un avviso giuridico da parte di uno specialista della legge islamica su un problema particolare", spiega Sidi Ali Hanafi, docente universitario algerino) per farne strumento di lotta politica ancor prima che religiosa.

Gli esempi dell'uso distorto della fatwa sono molteplici. e molti di essi sono difficili da spiegare o comprendere. Come quello di un predicatore che ha lanciato da un canale satellitare i suoi strali contro la visita di Maradona in Algeria, contro l'importazione di carne dall'India o contro un film, senza poi pronunciarsi su cose ben più importanti.

Alcuni analisti algerini spiegano questo uso distorto dei mezzi di comunicazione privi di controllo, come tv satellitari e web, con la difficoltà dell'Islam a dare a chi si professa suo portavoce regole di comportamento. Così che chiunque si trovi davanti a una telecamera e si attribuisca un ruolo nell'Islam ufficiale si sente autorizzato a dire, attaccare, condannare. E questo, con i venti terroristici che spirano impetuosi da Siria ed Iraq, potrebbe essere il detonatore di un'ondata di violenze mirate.

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