(di Diego Minuti)
(ANSAmed) - ROMA, 23 OTT - L'Algeria "sigilla" le sue
frontiere, contro il pericolo di infiltrazione di jihadisti
dall'esterno e per presidiare migliaia di chilometri di deserto
schiera anche le truppe cammellate. Del compito è stato
incaricato l'esercito e il capo di stato maggiore dell'Armée
national populaire, il generale Ahmed Gaid Salah, ha
raccomandato ai suoi uomini di spendere tutti i loro sforzi per
difendere le frontiere nazionali e "sradicare" quel che resta
del terrorismo ancora presente all'interno dell'Algeria dopo la
guerra civile scoppiata nei primi anni Novanta.
A fare dell'appello di Salah più che semplici parole c'è
soprattutto il fatto che l'anziano militare è anche viceministro
della Difesa, chiamato direttamente dal leader Abdulaziz
Bouteflika a questo incarico, che lo ha reso quasi
automaticamente l'uomo forte della macchina governativa.
L'esercito è stato schierato ai confini, dove affianca le
guardie di frontiera, che da sole non possono controllare
migliaia e migliaia di chilometri, come confermò il sanguinoso
attacco al sito gasiero di In Amenas, che i terroristi
raggiunsero zigzagando lungo le linee immaginarie che dividono
formalmente Libia e Algeria.
Per intercettare eventuali incursioni, vengono schierate
decine di migliaia di uomini, affiancate da mezzi aerei. Ma,
lungo le strade mai tracciate sulla sabbia del deserto, camion e
aerei leggeri sono un aiuto, ma non trovano certo gli jihadisti.
Ecco perché, uscendo dalla sfera quasi da parata in cui
sembravano essere stati relegati, sono tornati in azione i
"meharisti", le truppe muovono a dorso di dromedario e che sono
famosi per la leggendaria resistenza al caldo opprimente del
giorno ed al freddo tagliente della notte. (ANSAmed).
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Algeria: truppe cammellate contro infiltrazioni jihadiste
Esercito "sigilla le frontiere", migliaia uomini nel deserto