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Gay: Spagna, aggressioni in aumento, e' allarme

235 attacchi omofobi in 6 mesi, ma il 75% vittime non denuncia

Una coppia omosessuale regolarmente sposata in Spagna

Redazione Ansa

(di Paola Del Vecchio) (ANSAmed) - MADRID - La Spagna, antesignana nel riconoscimento dei diritti dei gay e dei matrimoni omosessuali, è considerata un'isola felice, dove l'orientamento o l'identità sessuale non soffrono discriminazioni e non sono motivo di allarme per le forze dell'ordine e l'opinione pubblica. Ma la realtà è un'altra, come dimostra il numero di reati generati dall'odio registrati fra il 2013 e il 2014 da forze di polizia e guardia civile. Secondo il dossier anticipato oggi dalla radio Cadena Ser, la popolazione gay è la più attaccata, oggetto di vessazioni e violenze, più di quelle che colpiscono i diversamente abili o di quelle collegate al razzismo e alla xenofobia.

Nei soli primi sei mesi del 2014 si sono registrati 235 attacchi omofobi ma, stando al rapporto, si tratta solo della punta dell'iceberg, dato che il 75% delle vittime delle aggressioni, gay, lesbiche, bisessuali e transessuali, non denunciano l'accaduto per paura o per vergogna. Lo ha confermato il procuratore speciale per i reati di odio e discriminazione in Catalogna, Miguel Angel Aguilar, che, in dichiarazioni alla stampa, ha lanciato l'allarme e ha fatto appello a denunciare gli autori delle aggressioni.

Già nel 2013 gli attacchi omofobi erano stati i piu' numerosi, con 452 casi accertati, fra abusi, aggressioni, lesioni o minacce. E i dati del primo semestre di quest'anno confermano la tendenza all'aumento degli incidenti provocati dall'odio per l'orientamento e l'identità sessuale, stando al dossier, che identifica tutte le condotte discriminatorie, come l'omofobia, il razzismo, la xenofobia, l'antisemitismo, la discriminazione verso i diversamente abili o per credenza religiosa. Per combattere l'espansione del fenomeno, la Confederazione spagnola di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (LGTB Colegas) chiede una legge di Uguaglianza di trattamento e di non discriminazione, che preveda un inasprimento delle pene per gli autori delle aggressioni. "Siamo soddisfatti che finalmente si cominci a contabilizzare questo tipo di reati, prima invisibili alle statistiche ufficiali", ha osservato Paco Ramirez, presidente di LGTB Colegas. "Anche se fra il 60% e il 90% delle vittime non li denuncia, secondo le stime dell'Agenzia dei Diritti Fondamentali dell'Unione Europea", ha aggiunto. Non solo paura e vergogna: "Molti non denunciano perché hanno la sensazione che gli autori delle aggressioni resteranno impuniti o riceveranno condanne minime; per il timore di rappresaglie, ma anche per l'ostilità o la scarsa ricettività da parte di alcuni poliziotti nei confronti di questi reati. E, non ultimo, per il timore di parlare della propria condizione omosessuale ai familiari, per coloro che non hanno fatto 'outing'", spiega Ramirez. Per arginare le aggressioni omofobe, LGTB Colegas ha proposto alla segreteria di Stato per la sicurezza una formazione specifica delle forze dell'ordine, per intercettare e trattare questo tipo di reati e assistere le vittime.(ANSAmed).

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