(ANSAmed) - ROMA, 21 - Se la Conferenza per il Dialogo
Nazionale ha prodotto in dieci mesi di lavoro un'avanzata
dichiarazione di intenti per la nuova Costituzione in corso di
elaborazione, da sottoporsi a referendm nei prossimi mesi, sono
le zone rurali l'emblema dell'arretratezza economica e sociale
che pesa ancora sulla società yemenita. Ed e' proprio qui che le
condizioni sono peggiori, per i diritti delle donne.
In campagna le bambini si sposano ancora a 6-8 anni, il velo
nero che copre anche il viso è metafora per una condizione di
isolamente e segregazione, è alto il tasso di analfabetismo, il
parto non ha assistenza sanitaria se non quella di altre donne
dei villaggi, perchè sono davvero pochi i ginecologi nel Paese.
Ma più ci si avvicina alle città, più le condizioni
migliorano l'età del matrimonio può salire anche a 25 anni.
A conoscere bene questa situazione è Saimah al Qiari,
attivista per i diritti delle donne nelle zone rurali, una delle
partecipanti al seminario sulla cooperazione tra l'Italia e lo
Yemen sui diritti umani nella Costituzione yemenita che si
svolge tra oggi e domani a Roma.
E' primariamente una questione di sviluppo e infrastrutture,
ma anche la legge può essere efficace, dice ad ANSAmed, "se il
governo è fermo nella sua applicazione". Per quanto riguarda le
spose bambine, per esempio, "il governo deve fare pressione
sugli sheikh a capo dei villaggi - spiega l'attivista - perchè
questi sono legati al governo stesso".
Paese di contraddizioni, lo Yemen condivide però con tutti
quelli delle rivolte arabe la grande popolarità dei social
network come strumento di comunicazione politica. Lo conferma
Olfat Al-Dubai, componente donna del comitato che sta scrivendo
la Costituzione e rappresentante del partito islamico Islah. Il
suo profilo facebook conta 40 mila followers, e conferma che
sono sempre di più gli attori istituzionali che usano i social
media per sentire il polso dell'opinione pubblica sulle loro
posizioni. Tre i temi prioritari per lei la necessità di una
'transitional justice' che assicuri anche la riconciliazione;
l'attenzione alle donne ma anche ad altri gruppi emarginati come
i disabili; la giustizia sociale.
La grande partita però, conferma Olfat Al-Dubai, è quella che
si giocherà dopo il varo della Costituzione, previsto a
settembre, e prima del referendum: sarà allora, prevede, che
partirà la grande offensiva dei religiosi estremisti e degli
interessi locali del sud e del nord nel Paese. (ANSAmed).
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Yemen: da arretratezza campagne a facebook arena politica
Attivista, governo prema su capi villaggio contro spose bambine