(ANSAmed) - BEIRUT, 28 SET - Un numero crescente di migranti
forzati prende il mare nel Mediterraneo orientale per giungere
verso le coste italiane e sperare di arrivare in Germania e in
altri Paesi dell'Europa settentrionale: lo dice il resoconto di
una prolungata osservazione da parte di agenzie governative
libanesi e cipriote e di organizzazioni umanitarie
internazionali basate in Libano. Quest'ultimo viene descritto
come il porto privilegiato di partenza per libanesi, palestinesi
e siriani in fuga dal generalizzato collasso economico in Medio
Oriente.
L'aumento delle partenze di migranti dalle coste libanesi è
così tangibile che il governo di Cipro, Paese sulla frontiera
europea del Mediterraneo orientale, ha nei giorni scorsi
descritto il Libano "una barriera" tra l'Unione Europea a il
resto del Medio Oriente.
"Se il Libano collassa, tutta l'Europa avrà un problema", ha
scritto il ministro dell'Interno cipriota, Costatinos Ioannou,
in una lettera indirizzata al vice presidente della Commissione
europea, il greco Margaritis Schinas.
Secondo dati diffusi dalle autorità cipriote e libanesi, sono
aumentati dall'anno scorso e negli ultimi mesi le partenze dal
nord del Libano verso l'Europa. I migranti siriani, che in
quanto provenienti da "zone di guerra" non possono essere
respinti da Cipro, puntano verso l'isola nel Mediterraneo
orientale, mentre i libanesi tentano di aggirare Cipro e puntano
verso l'Italia, "il primo Paese europeo che accoglie".
Secondo altri dati, diffusi dall'esercito e dalla polizia
libanesi, dalla porosa frontiera tra Siria e Libano arriva un
numero crescente di migranti siriani, in fuga dagli effetti
devastanti di una crisi economica senza precedenti causata dal
conflitto armato che dura da più di 12 anni e da sanzioni
economiche e finanziarie statunitensi e dell'Ue.
Le sanzioni sono state imposte al governo di Damasco, alleato di
Russia, Cina e Iran, ma nel corso degli anni hanno reso la
società siriana ancor più vulnerabile, ostaggio di signori della
guerra affiliati alle varie potenze straniere coinvolte nel
conflitto.
In Siria, secondo l'Onu, 9 persone su 10 vivono in povertà.
In Libano, che ha una popolazione di poco meno di quattro
milioni di abitanti e che dal 2019 è travolto dalla peggiore
crisi finanziaria della sua storia, sopravvive da più di un
decennio più di un milione di siriani.
Da più di 70 anni in Libano sono inoltre ammassati centinaia di
migliaia di palestinesi, figli e nipoti dei palestinesi espulsi
da Israele nel 1948 e nel 1967.
Nel Libano, dove secondo l'Onu più dell'80 per cento della
popolazione vive ormai in povertà, né i siriani né i palestinesi
sono protetti dallo statuto di rifugiati, perché le autorità di
Beirut non hanno mai firmato la Convenzione di Ginevra.
In questo contesto per moltissimi libanesi, siriani e
palestinesi ottenere un visto di ingresso nei Paesi dell'Ue è di
fatto impossibile, perché le condizioni finanziarie poste per
entrare dallo spazio Schengen sono proibitive. E rischiare la
fuga clandestina per mare verso Cipro o verso l'Italia appare
un'opzione meno peggiore che la "morte lenta" in Libano o in
Siria.
Solo negli ultimi giorni, le autorità di Cipro hanno salvato in
mare più di 120 migranti libanesi, siriani e palestinesi salpati
dal nord del Libano. I siriani non possono essere respinti e
rimarranno nel limbo cipriota, mentre i libanesi e i palestinesi
residenti in Libano saranno deportati da dove sono partiti.
(ANSAmed).
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Dal Medio Oriente cresce esodo verso l'Italia, Libano 'barriera'
Secondo un resoconto di agenzie governative libanesi e cipriote