(ANSAmed) - ROMA, 10 MAR - (di Paolo Paluzzi)
(ANSAmed) - TUNISI, 10 MAR - Le recenti dichiarazioni del
presidente tunisino Kais Saied che ha invocato "misure urgenti"
contro l'immigrazione illegale di africani sub-sahariani nel suo
Paese, assieme alla grave crisi economica che soffoca la
Tunisia, hanno di fatto provocato un boom di partenze verso
l'Italia. E' un dato che emerge con chiarezza scorrendo i numeri
pubblicati dalla Guardia costiera di Tunisi che ha dato conto,
solo nell'ultima notte, di 25 operazioni di migrazione illegale
sventate e 1.008 persone soccorse in mare, di cui ben 954 di
vari Paesi dell'Africa sub-sahariana. A colpire è la nazionalità
di coloro che partono: è evidente che gli irregolari africani
non si sentono più al sicuro in Tunisia. Al di là di alcuni
video fake messi in rete per denigrare la Tunisia e smascherati
in servizi televisivi da Bbc e France 24, il clima nei loro
confronti è "sempre più ansiogeno", come ha dichiarato
l'Associazione degli studenti e tirocinanti africani in Tunisia
(Aesat), ed è tale da spingere molti di essi a chiedere il
rimpatrio volontario.
Oltre 1.700 ivoriani sui 7.000 presenti in Tunisia hanno già
chiesto di poter tornare nel loro Paese, così come hanno fatto
centinaia di maliani e guineani, cui si aggiungeranno presto
anche cittadini del Gabon. Non è bastato l'annuncio della
presidenza tunisina del 5 marzo scorso dell'introduzione di
nuove misure a favore dei migranti stranieri per rasserenare gli
animi. Molti africani stranieri anche regolari si sono visti
sbattuti fuori di casa e dal loro posto di lavoro (per la
maggior parte lavori umili, malpagati e in nero). L'effetto
paradossale però è che a rimpatriare volontariamente sono coloro
che si trovavano in maniera regolare in Tunisia - studenti,
lavoratori - mentre quelli che non hanno un permesso di
soggiorno sono costretti a ricorrere ai canali illegali per
arrivare in Europa. Un centinaio di essi si sono accampati fuori
dalla sede dell'Oim a Tunisi in cerca di vari tipi di
assistenza. "Stiamo lavorando il più velocemente possibile per
offrire supporto, facendo appello alla calma e al dialogo per
garantire soluzioni dignitose e basate sui diritti umani", ha
dichiarato l'Oim al riguardo.
La crisi economica che sta vivendo la Tunisia - con
l'inflazione al di sopra del 10% e una disoccupazione giovanile
altissima -, in un contesto politico difficile dominato
dall'iperpresidenzialismo di Saied, spinge letteralmente questi
migranti africani a buttarsi tra le braccia di profittatori
pronti a tutto per di ottenere facili guadagni. Sempre più
frequenti sono le partenze a bordo di imbarcazioni di ferro,
costruite alla meno peggio da fabbri improvvisatisi maestri
d'ascia. E sempre più frequenti, purtroppo, sono i naufragi,
come quello di ieri, costato la vita ad almeno 14 subsahariani
al largo di Sfax. Di fronte a questi numeri, e con
l'approssimarsi della bella stagione, appare chiaro che le
autorità tunisine, senza aiuti supplementari anche economici,
non potranno far fronte da sole ad un fenomeno migratorio di
tale portata. Questa crisi, testimoniata anche dall'aumento
recente dei fermi da parte delle autorità tunisine di irregolari
africani sul territorio nazionale, ha permesso comunque al
presidente Saied di evidenziare come la Tunisia non sia più solo
un Paese di partenza di migranti verso l'Europa ma anche un
Paese vittima esso stesso di immigrazione illegale. Le sue
parole però lo hanno anche esposto ad accuse di razzismo con
conseguenze che potrebbero rivelarsi molto dannose per la
Tunisia: la Banca mondiale ad esempio ha annunciato che
continuerà a lavorare con Tunisi sui progetti in corso ma vuole
sospendere il Country Partnership Framework (Cpf), base per il
monitoraggio da parte del consiglio di amministrazione della Bm
al fine di valutare e sostenere il Paese nei suoi programmi di
aiuto. (ANSAmed).
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Allarme Tunisia, caos e crisi spingono le partenze
Il pugno duro di Saied rischia di creare un esodo verso l'Italia