(ANSAmed) - TUNISI, 12 SET - A pochi giorni dalla data
prevista per la pubblicazione del decreto-legge che dovrà
contenere le norme per il funzionamento delle elezioni previste
per il prossimo 17 dicembre, in Tunisia regna ancora
l'incertezza sul contenuto di questo testo chiave del processo
elettorale, con relative apprensioni e preoccupazioni tra gli
specialisti in materia. Incontrando il 5 settembre scorso il
presidente dell'Alta Autorità Indipendente per le Elezioni
(Isie), Farouk Bouasker, il presidente tunisino Kaïs Saïed ha
assicurato che "sarà redatta una legge elettorale che terrà
conto delle osservazioni e delle proposte che saranno presentate
ai sostenitori del processo di riforma del 25 luglio e a coloro
che sono impegnati nel nuovo processo di rifondazione".
Il direttore esecutivo dell'Osservatorio "Chahed", Naceur
Harrabi, in una dichiarazione all'agenzia Tap, ha però messo in
guardia contro i rischi e gli eccessi di un approccio
unilaterale da parte di Saied, considerato che il poco tempo
rimasto e l'insistenza del presidente ad andare avanti da solo
ascoltando una sola parte politica, "non contribuirà alla
costruzione di una sana democrazia, ma porterà ipso facto al
boicottaggio di una larga parte dello spettro politico delle
prossime elezioni, oltre che alla disaffezione di un gran numero
di cittadini nei confronti di questa importante scadenza
elettorale". "In occasione delle prossime elezioni legislative,
la tendenza sembra favorire il sistema di voto uninominale a due
turni, sistema che ha i suoi pregi ma anche e soprattutto i suoi
difetti", sottolinea Harrabi, secondo il quale la modifica della
legge elettorale non è di per sé sufficiente a garantire
l'instaurarsi di un panorama politico diverso dal 2014 e dal
2019. Anche se non esiste un sistema elettorale "ideale,
perfetto e irreprensibile", per Harrabi il principale
inconveniente del sistema di voto uninominale è che esso non
garantisce un'equa rappresentanza di donne, giovani e persone
con disabilità, a differenza del metodo di voto delle liste con
i maggiori resti. Inoltre, sempre secondo l'esperto, nel caso
del sistema elettorale uninominale i candidati alle elezioni
possono essere "persone note per la loro onestà nelle loro
regioni" ma anche "persone influenti e ricche che riescono a
imporre candidati che difendono i loro propri interessi". Vale a
dire, la linea di demarcazione tra "onestà" e "corruttibilità" è
così sottile che è difficile definirla, ha osservato. Di qui il
grave rischio, di avere un Parlamento "frammentato, sbriciolato,
malato".
Anche la leader della rete civica "Mourakiboun", Raja Jabri,
ha espresso riserve rispetto al sistema di voto uninominale. Un
sistema che secondo lei resta troppo dipendente dalle modalità
di divisione elettorale e richiede molto lavoro in termini di
divisione e individuazione dei collegi elettorali, mentre "il
fattore tempo non lo consente", il che rischia di portare
all'adozione di una divisione amministrativa "troncata" che non
tiene conto delle specificità sociali di ciascuna regione. Jabri
ha ricordato gli sforzi compiuti dalla società civile per
garantire la parità verticale sulle liste in corsa per le
elezioni legislative, al fine di garantire una forte
rappresentanza di giovani e donne, deplorando che il sistema di
voto uninominale non prevede salvaguardie e mette a repentaglio
la rappresentanza delle donne che rischiano di essere
penalizzate nel prossimo parlamento.
Per il segretario generale del Movimento Popolare, Zouheir
Maghzaoui, la sola modifica del sistema di voto non cambierà la
situazione. "Occorre salvaguardare il più possibile il clima
elettorale dalle inciviltà e devianze che hanno segnato le
elezioni degli ultimi anni", ha sottolineato. Un punto di vista
condiviso da un'ampia fascia della società civile che ritiene
anche che il successo di un sistema elettorale dipenda spesso
dal suo "ecosistema elettorale", e che garantire elezioni eque e
trasparenti richieda un respiro di lavoro a lungo termine in cui
il controllo e il finanziamento di partiti e associazioni devono
essere sempre sotto lo sguardo vigile della giustizia.
In attesa della pubblicazione del decreto-legge elettorale,
già si sono moltiplicati gli appelli al boicottaggio delle
elezioni con il rischio di avere una tornata elettorale senza
partiti. Il Fronte di Salvezza nazionale e il partito e il
Partito Destouriano Libero di Abir Moussi hanno già annunciato
che non parteciperanno alla prossima tornata
elettorale.(ANSAmed). (ANSA).
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Tunisia: preoccupazioni per la nuova legge elettorale
Dubbi tra specialisti su sistema voto voluto da Saied